Il San Paolo ha trascorso la sua domenica vedendo di tutto: il bianconero, l’oscuramento finale, le lacrime, la reazione agli episodi sfavorevoli. La voglia di rimetterla subito sul binario giusto, il palo di Zielinski subito dopo la punizione del maestro del genere, tale Pjanic. E poi, l’impeto, una volta ristabilita la parità numerica per il doppio giallo sventolato da Rocchi al bosniaco di cui prima, il diventare martello pneumatico. E di conseguenza azioni su azioni, manovra incessante, trame in mezzo e sulle fasce (19 cross a 4), equilibrio difensivo. Juve annichilita nel secondo tempo – non è un’esagerazione -, e come ha detto Allegri con splendida onestà intellettuale anche impaurita dalla voce grossa del Napoli. Carletto e il popolo del San Paolo, al di là dell’amarezza per la sconfitta, possono essere orgogliosi dei ragazzi in maglia azzurra: non è retorica, bensì la realtà. Da capitalizzare giovedì in Europa League con il Salisburgo.
Fonte: CdS