La coppa dei viceré, l’ultimo terreno rimasto in una stagione che vede il Napoli secondo in campionato (a 16 punti dalla Juventus) e fuori dalla Coppa Italia, è quanto mai un obiettivo alla portata degli azzurri: Carletto è un professore universitario nella gestione di certe competizioni e la squadra, validissima e attrezzata a prescindere, dovrebbe trarre forza ulteriore e altrettanto furore agonistico dopo la notte in bianco e nero. Non sono semplici parole, bensì valutazioni fondate sui fatti: il ciclo di Carletto è appena cominciato ma è già in ascesa, in evoluzione, e la fame di una squadra che da anni è perennemente a un passo dalla vetta dovrebbe, anzi dovrà fare la differenza. Soprattutto in termini di concretezza e cattiveria in fase realizzativa, da un certo punto del nuovo anno in chiaroscuro nonostante il primo posto nella classifica dei tiri del campionato (379 contro i 330 della Juve). E di cazzimma, ormai sdoganata, per dirla in lingua napoletana: la fortuna aiuta gli audaci e nel calcio, molto spesso, anche quelli brutti ma cattivi. Fonte: CdS