A Lewandowski è bastato pochissimo per fare tendenza e diventare non solo un punto di riferimento, ma anche un punto di arrivo. Negli ultimi dieci anni, infatti, ogni ragazzo polacco alto sopra i 185 centimetri e con una anche minima affinità con il gol è stato bollato con il pesantissimo soprannome di nuovo Lewandowski. Uno dopo l’altro, però, sono caduti tutti. Tutti tranne due, che seguendo strade e percorsi diversi, sono approdati nella nostra serie A. Si tratta di Arek Milik e Krzysztof Piatek: 32 gol in due dall’inizio di questo campionato. Più del 50% del bottino porta la firma di Piatek, che ne ha fatti 13 con la maglia del Genoa e 5 con quella del Milan che veste appena da qualche settimana. Gli altri 14, invece, sono il frutto del contributo di Milik, attaccante attorno al quale Carlo Ancelotti ha costruito tutta la sua idea di calcio offensivo a Napoli. Piatek e Milik sono l’esempio vivente della scuola dei bomber polacchi. Fisico da corazziere, piede non sempre educatissimo, ma un senso del gol quasi naturale. Piatek segna quasi ad ogni tiro, Arek ha la media gol fatti-minuti giocati più alta di tutta la serie A (migliore anche di Cristiano Ronaldo), e con il gol di domenica sera a Parma ha raggiunto Messi nella speciale classifica dei migliori marcatori su calcio piazzato in stagione (3 centri a testa). Siccome si dice che non c’è due senza tre, la nostra serie A sta imparando a conoscere anche un altro bomber che arriva dalla Polonia: si tratta di Lukasz Teodorczyk, che con la maglia dell’Udinese – società solitamente abile nel pescare talenti semisconosciuti – ha già segnato un gol in campionato e si dà da fare per strappare un po’ di visibilità alle spalle di Lasagna e Okaka. Fonte: Il Mattino