Gli stereotipi stavolta non c’entrano nulla. Napoli supera i confini nazionali con due storie di calcio di frontiera. E arriva in Francia, a Parigi. Due studenti del «Centre de Formation des Journalistes», scuola specialistica di giornalismo post laurea, sono intervenuti a “il Mattino” sono stati in questi giorni in città per realizzare due reportage per il portale dell’istituto (giorni.cfjlab.fr). Si chiamano Romain Allimant, 23 anni, tifoso del Saint Etienne, e Arthur Stroebele, 21 anni, tifoso del Tolosa, e hanno scelto di raccontare le vicende della scuola calcio Arci Scampia e dell’Afro Napoli United. «Siamo appassionati di calcio – dice Romain – ma volevamo raccontare due realtà napoletane che abbiamo conosciuto e che non sono molto note in Francia. I nostri docenti ci avevano parlato dell’Afro Napoli United e poi abbiamo scoperto la realtà dell’Arci Scampia. Sono state per noi molto interessanti perché portano avanti missioni sociali a Napoli».
«ESEMPI ANTIRAZZISTI»
Uno dei temi affrontati dai due aspiranti giornalisti è quantomai centrale nel calcio di oggi. «Volevamo parlare della lotta contro il razzismo e dei legami tra le zone disagiate e il calcio, di come lo sport più diffuso in Italia possa aggregare ragazzi allontanandoli da vicende negative». Romain e Arthur hanno approfittato del viaggio in Italia organizzato dalla loro scuola per recarsi a Scampia e a Mugnano, visitando il centro sportivo dell’Arci e assistendo ad un allenamento dell’Afro Napoli, discutendo di integrazione con l’allenatore Salvatore Ambrosino. «Due realtà che utilizzano il calcio per trasmettere un messaggio di uguaglianza e di aggregazione sociale. Ci ha colpito la determinazione delle persone che abbiamo incontrato: combattono problemi seri come la povertà e il razzismo con un’energia fortissima e con grande professionalità. Siamo rimasti stupiti dalla gentilezza che Antonio Piccolo dell’Arci Scampia e dall’ambizione dell’Afro Napoli: queste persone vogliono fare cambiamenti lavorando sodo e aiutando il loro quartiere o la loro città. È stata per noi la conferma che il calcio può unire le persone e dare un forte messaggio di unione e di pace».
«STEREOTIPI SUPERATI»
Nei loro reportage, i due aspiranti giornalisti hanno provato anche ad analizzare come le vicende politiche del nostro Paese possono intaccare il lavoro di queste due realtà. «Abbiamo anche condotto alcune ricerche su Napoli e sul Sud per esaminare l’influenza di alcune posizioni del governo». Pur non potendo sottacere, correttamente, i riferimenti alla difficile realtà in cui versa la periferia napoletana e alla presenza della criminalità che incide sullo sviluppo della città, Arthur e Romain, rispettivamente laureati in Scienze Politiche e in Lettere, hanno scelto una strada lontana dai clichè. «Non abbiamo neanche visto la fiction Gomorra, non ci interessa delle Vele e di quello che gira intorno. Napoli può avere anche una brutta immagine ma non siamo venuti con l’obiettivo di mostrare questo volto negativo della città, anzi volevamo superare questi stereotipi».
La Redazione