Avanti, adagio: perché il primo novembre del 2017, vi parrà strano, è ancora vicinissimo. Quindici mesi, ma con dentro tre interventi (seri): e quel Ghoulam che con il Manchester City stava dando dimostrazione di se stessa, della sua eleganza, di quella corsa lieve e però possente, ora può intravedere tracce di se stesso, di una elasticità che gli ha tolto il sorriso e lo ha lanciato a lungo in un tunnel da quale sta uscendo. Adesso sono undici presenze, come riporta il CdS, settecento diciassette minuti, una corsia che torna ad essere la sua, con quella naturalezza che l’ha trasformato in uno dei fluidificanti più forti del mondo: accadeva quindici mesi fa, e sembra ancora ieri. Però domani pare veramente un altro giorno.
Allora Ghoulam sta tornando? «Diciamo che sto meglio e si vede. E’ stato fatto un lavoro molto duro fuori dal campo, avevo bisogno dei miei tempi, ma sto ritrovando fiducia e anche quel minutaggio che aiuta. Sono soddisfatto della prestazione mia ma soprattutto di quella del Napoli».
Serata semplice per il Napoli. «Ma c’era il rischio di scendere in campo senza la concentrazione giusta per affrontarla. E invece noi non volevamo solo passare il turno, opzionato già a Zurigo, ma anche offrire risposte che fossero utili immediatamente».
I gol per esempio erano diventati una ossessione. «Abbiamo creato anche stavolta tantissimo e in un contesto non semplice. Potevamo rilassarci ma non è successo e dunque la gara è stata piacevole. Quando costruisci così, poi prima o poi riesci anche a segnare. Questo è un momento che non ci va benissimo, ma siamo sulla strada buona».
Però sotto porta vi manca sempre qualcosina. «Gli attaccanti fanno un lavoro massacrante, sono di enorme aiuto anche nella fase difensiva e questo può togliere un pizzico di lucidità al momento delle conclusioni. Ma noi nell’area di rigore avversaria ci arriviamo e anche ripetutamente».
Ora il sorteggio: preferenze? «La priorità diventa la partita di Parma. Vedremo quale avversario ci capiterà dall’urna, ma noi abbiamo un solo obiettivo: andare fino in fondo».
Il campionato è andato e il pericolo che vengano meno le motivazioni esiste. «Assolutamente no. Ogni gara richiederà sempre il massimo dell’impegno e delle attenzioni, perché vanno colte soddisfazioni che dobbiamo dare innanzitutto a noi stessi, ma anche all’allenatore, al club, ai nostri tifosi. La Juventus è lontanissima ma noi continuiamo nel nostro lavoro, provando a fare il massimo e vedremo poi alla fine dove saremmo arrivati. Per il momento, godiamoci questo successo e aspettiamo di conoscere i nostri avversari agli ottavi di finale».
La Redazione