L’attacco di Carlo Ancelotti sembra non girare più come ad inizio stagione, l’abbondanza in zona gol delle scorse annate sembra ormai un lontano ricordo.
Il Mattino ne ha parla do con un grande bomber, Bruno Giordano
«Ma lui bomber non è, nasce come esterno e si è dovuto reinventare punta per necessità facendo due anni con numeri incredibili». Bruno Giordano di gol se ne intende. E anche di vittorie, quelle che ha collezionato nelle tre stagioni in maglia azzurra. Con la capacità di lasciare il segno anche accanto a grandi stelle del passato come Maradona e Careca, campioni con cui ha condiviso l’esperienza napoletana.
Allora cosa succede a Dries quest’anno? «Non credo sia ancora in forma, non lo vedo al massimo. Ad inizio stagione era più sciolto anche nei movimenti in campo, ma deve restare tranquillo. Anche quando è arrivato a Napoli si giocava il posto con Insigne, ora non deve sentire il peso della competizione, non è un vero attaccante ma si sbloccherà presto».
Da Mertens a Milik, crede sia l’attaccante giusto per Ancelotti? «Lo ritengo fortissimo, capace di giocare coi compagni e poi anche di segnare. È giovane, arriva da due anni complicati per guai fisici, eppure ha già fatto tanti gol. Forse nessuno si aspettava di vederlo già a quota 13 reti in questo punto dell’anno. Gli attaccanti vivono di momenti, non buttiamogli la croce addosso. In alcune partite ha fatto la differenza, in altre è stato sfortunato. Ma se il Napoli avesse vinto domenica col Torino anche con un solo gol non ne parleremmo neppure».
Ma il momento di difficoltà davanti alla porta riguarda tutta la squadra, come si supera un digiuno così? «Credo sia una casualità perché Ancelotti sta lavorando bene e la squadra gioca un buon calcio. C’è un po’ di sfortuna, il Napoli crea anche tanto. È un momento in cui sembra girare tutto storto, ma le prestazioni ci sono e questo dovrebbe dare estrema fiducia ad Ancelotti. Sarebbe un problema il contrario. Magari si sbloccano già alla prossima e non si fermano più fino a fine anno. Decisivo sará continuare sulla strada tracciata, il lavoro che si sta facendo in questi mesi è già importante».
Oltre agli attaccanti, però, sembra mancare anche l’apporto dei centrocampisti con il nuovo modulo. «Con il 4-3-3 precedente che vedevamo con Sarri avevi due centrocampisti votati all’attacco e un solo elemento a difesa della mediana. C’era Hamsik che si inseriva sempre e aveva il gol nel sangue, spesso riusciva a farti vincere la gara con una sua invenzione. Ora con il 4-4-2 le cose cambiano, hai due centrocampisti più bloccati, anche se Fabián si spinge tanto in avanti, e dovresti sfondare con gli esterni che sono Zielinski e Callejón. Lo spagnolo è l’esempio del momento: negli anni scorsi era il bomber aggiunto, quest’anno ha segnato solo un gol in stagione. Il problema è di tutta la squadra, anche perché spesso puoi vincere anche con un gol di un difensore».
Sembra la fine di un ciclo con Ancelotti al timone, il Napoli cambierà anche in attacco il prossimo anno? «Bisogna capire cosa vorrà fare la società nel suo futuro. Se vuole, può anche continuare su questa linea, c’è già un attacco forte a disposizione dell’allenatore con giocatori di qualità e che sono secondi solo alla Juventus in Italia. Ma si può sempre migliorare, ovviamente, un po’ come fa la Juve ogni anno. Il Napoli non può permettersi Cristiano Ronaldo, certo, ma può guardarsi intorno sempre: in giro per il mondo ci sono calciatori forti e che possono ancora migliorare questa rosa. Si parla molto di Lozano, ad esempio, è un calciatore forte, di qualità e che sarebbe ideale anche in questo 4-4-2. Mi fido sempre delle decisioni di Ancelotti e della società in questi casi. Si può proseguire su questa strada ma se vuoi fare un passo avanti allora devi guardare ad altri top player».
La Redazione