Il pari sono: e vi parrà strano ma converrà farsi un giro tra le statistiche, che non mentono mai, per accorgersi che ci sono analogie non nelle dinamiche, né in quella idea di calcio ch’è diversa, ma nella verticalità, nella filosofia comune di andare ad attaccare l’area avversaria, di osare per provare a far male agli altri e a regalare una soddisfazione a se stessa. Raccontano i numeri di questo semestre europeo – quello che appartiene ai cinque campionati più rilevanti del Vecchio Continente, che il tiki taka in salsa anglosassone, quella giostra che fa venire il mal di testa, s’è inventato 463 conclusioni in Premier League e la risposta italiana, evidentemente meno redditizia come spiega l’altra metà del cielo – rappresentata dalla perfezione – sta a quindici tiri più indietro, assai meno di uno a partita, pensandoci bene. Il Napoli ha una sua natura che non riesce ad esprimere compiutamente, perché è stridente il disavanzo tra la produzione di tiri (448) e gol realizzati: tra Champions ed Europa League sono undici in sette partite, sei dei quali dispensati a Stella Rossa e allo Zurigo.
Fonte: CdS