Se la Juve è la più forte, sarà in grado di vincere anche i playoff, così come accade nella pallanuoto, dove vi è un’altra dittatura, quella della Pro Recco, da quando al vertice del club ligure c’è Gabriele Volpi, che con i suoi investimenti milionari fuori mercato ha di fatto azzerato la concorrenza. Ma è giunto il momento di ridare vivacità al calcio, affidandosi a quelle appassionati battaglie sportive che sono i playoff, come accade nel basket: negli ultimi cinque anni l’italiana più forte, l’Olimpia Milano di proprietà di Giorgio Armani, ha vinto tre scudetti e altri due li hanno conquistati Sassari e Venezia. È forse l’unico modo per mettere in discussione una leadership che si manifesta in campo e anche sul mercato, con la Juve che prende i migliori giocatori dalle dirette concorrenti (tre anni fa il romanista Pjanic e il napoletano Higuain) o comunque crea azioni di disturbo (l’interessamento di Paratici, ds bianconero, a Icardi è stato definito «fuori luogo» da Marotta, ad dell’Inter). Ma non si comprende bene se gli altri presidenti di serie A – quelli che fanno il campionato normale che parte dal secondo posto – abbiano voglia di mettere sul tavolo di Lega e Federcalcio un progetto di riforma, con i playoff al termine della regular season, oppure se i tre posti per la Champions (il primo è assegnato già in partenza) e i due per la Europa League in fondo li soddisfino.
Fonte: Il Mattino