Giocare al San Paolo contro il Napoli non sarà mai una partita come le altre per Armando Izzo. Il difensore del Torino, 26 anni, sfiderà questa sera Insigne, suo compagno nelle giovanili azzurre.
«Ormai è un calciatore affermato e meriterebbe di stare in Nazionale, tuttavia nel profondo del suo cuore sono certo che sogna ancora di vestire la maglia del suo Napoli». A parlare è Antonio Piccolo, presidente della scuola calcio «Arci Scampia», un riferimento importante per il quartiere da oltre 30 anni. È qui che Armando ha mosso i primi passi da calciatore. «Aveva sei anni racconta Piccolo – quando il papà Enzo lo ha portato da noi. Era un bambino straordinario, sempre solare e sorridente e a calcio faceva la differenza, pur giocando in campetti ridotti. Giocava a tutto campo, segnava e tornava. Era difficile prevedere che avrebbe avuto una carriera del genere. L’unico che era sicuro che sarebbe arrivato in serie A era il papà Enzo. Peccato che sia venuto a mancare quando il ragazzo aveva 10 anni».
A portarlo nel club azzurro fu Giuseppe Santoro, allora responsabile del vivaio e oggi team manager del Torino. Pur avendo fatto l’intera trafila col Napoli, Izzo non ha mai esordito e non fu riscattato dall’Avellino nel 2014 per 40mila euro. «Non ho mai capito i motivi spiega Piccolo, sono le vicende inspiegabili e misteriose del calcio». Izzo ha già messo insieme 120 partite in serie A, 205 tra i professionisti. «La storia di Armando è la testimonianza della forza del calcio e dello sport. Ha perso il padre da bambino, viveva in un quartiere difficile, con i pericoli e le tentazioni che conosciamo. Grazie al calcio ha cambiato vita, si è sacrificato per realizzae i suoi sogni. Ha incontrato nel suo percorso anche le persone giuste: Santoro e il suo agente Palermo». Non dimenticando di certo le origini, e non solo perché ha sposato Titti, una ragazza di Napoli. «Viene spesso a trovarci rivela il presidente dell’Arci Scampia-, lo ha fatto quando ha debuttato in A, regalando la maglietta del Genoa e lanciando un chiaro messaggi ai bambini di Scampia, ovvero che anche loro, come lui, possono farcela. È un esempio. Di recente è venuto come ospite ai nostri tornei, portando tanti regali ai ragazzi delle Vele. Insomma è legatissimo al territorio». Izzo non è l’unico talento dell’Arci Scampia scuola calcio con un ottimo centro sportivo nel cuore del quartiere – passato al Napoli. «Abbiamo ottimi rapporti con l’attuale responsabile Grava che ha preso da noi sette ragazzi, ma li portiamo avanti da decenni con tutti i coordinatori del vivaio: da D’Alessio a Cresci, da Montefusco a Santoro, fino a Caffarelli. Il primo calciatore girato agli azzurri fu Liccardi, classe ’75, dopo di lui tantissimi altri, tra cui Allegra, Del Prete, Salvati. La dimensione internazionale raggiunta dal Napoli – conclude Piccolo – dovrebbe essere però confortata da un centro sportivo moderno e da almeno un paio di squadre per categoria, per non disperdere talenti». Perché di nuovi Izzo, Insigne e Sepe la Campania è ricca.
Fonte: Il Mattino