Hamsik: “Devo ringraziare De Laurentiis, Ancelotti, Giuntoli. Tornerò”.

E Sarri? Dimenticanza? Forse sì mancano anche gli altri allenatori

Sappiamo quasi tutto ma è impossibile prevedere il futuro e immaginare cosa accadrà quel giorno: «Piangerò». Le lacrime soffocate per tre notti e tre giorni, come riporta il Corriere dello Sport, in cui rinchiudere dodici anni di Napoli e di Hamsik: è una storia che non finisce qua, che resterà inchiodata nella memoria, e porterà con sé ogni brivido che ancora s’avverte in questo tour tra i ricordi che forse è un modo per non tagliare (mai) quel cordone ombelicale. «Ho scritto quella lettera e non riuscivo a dormire e sono parole che sono arrivate dal cuore. Spero che ci sia un giorno in cui possa salutare Napoli, facendo un giro di campo ne poi lasciarmi andare». Dodici anni, fateci caso, sono praticamente la vita intera di un calciatore che Hamsik ha scelto di attraversare, fieramente, a cresta alta, in quella Napoli che ora porta dentro. «Sono stato amato, sono stato ritenuto uno di famiglia e per me ciò è indimenticabile. Come i successi, per esempio la prima Coppa Italia; e come anche l’amarezza, per esempio quello scudetto perduto che mi ha segnato». E’ volata via un’epoca, che ne ha custoditi di segreti poi svelati nel tempo: ma è stato il Napoli di Hamsik e rimarrà, fino a quando non cadranno i suoi record, la sua immagine scolpita nell’inconscio di una generazione intera. «Sono stato vicino al Milan, ma non ho mai pensato di andare via. Né sarei mai andato alla Juventus, non avrei potuto fare una cosa del genere ai napoletani. Mi manca una sola cosa, purtroppo: il titolo di campione d’Italia, perché lo abbiamo sfiorato davvero, ci abbiamo creduto e lo abbiamo perduto per la forza degli avversari e altre cose ancora. Ma adesso è il momento di Insigne, giusto che sia lui il capitano, è legato alla città e alla maglia e spero possa restare sino a battere i miei primati». Ma ci sarà una sera, almeno un’altra ancora insieme, per ritrovarsi sotto lo stesso cielo: «Devo ringraziare De Laurentiis, per ciò che mi ha dato e per avermi accontentato; e anche Ancelotti e Giuntoli: io qui sono cresciuto e sono stato trattato da uomo. Tornerò, perché è stata un’emozione condividere questi anni». 

La Redazione

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