Marco Ferrante: “Il problema di Mertens si chiama Arek Milik”

Dopo le due clamorose chance sprecate ieri (ndr sabato), si è aperta ufficialmente la crisi di Dries Mertens. «Ieri, come in altre circostanze, è stato un problema di superficialità. Non ci credevo ai gol sbagliati così da uno che ha fatto gli sfracelli come Mertens». Marco Ferrante è uno di quelli che ha fatto la storia del Torino, ma che ha il Napoli come seconda maglia per esserci cresciuto in azzurro.

Da dove nasce questa superficialità? Mancanza di motivazione? «Con uno della tecnica di base di Mertens, se ci vai al 60-70% su quei palloni, nove volte su dieci fai gol. Il vero problema di Dries, in questomomento ha un nome e un cognome e non sarà facile per Ancelotti risolvere la questione. Il problema di Mertens si chiama Arek Milik».

In tutte le grandi squadre ci sono diversi grandi attaccanti: la concorrenza è scontata. «Questo è vero, ma Mertens nel Napoli è stato il fulcro del calcio di Sarri. Nel sistema di Ancelotti, Milik è il prototipo dell’attaccante perfetto. Credo sia evidente che Mertens soffra di un’eccessiva insicurezza che nasce dal non avere più la certezza del posto assicurato. È passato da una totale sicurezza a sentire che un altro calciatore è preferibile a lui in un determinato contesto tattico. Questo destabilizza: e porta anche a commettere gli errori clamorosi come quelli di Firenze».

Dopo Allan, c’è un altro caso dal profilo psicologico da affrontare per Ancelotti, insomma. «Si, non sarà semplice.Mertens ha sempre mostrato un carattere forte, uno che non arretra. Mertens era il vertice del tiki taka del Napoli, arrivavano dalle sue parti un sacco di palloni. Per un attaccante è una manna del cielo un calcio del genere. E per gli avversari c’è solo da farsi un culo a secchio. E finisce che arrivi stremato negli ultimi minuti e prendi gol. Ora, la verticalità del calcio di Ancelotti, penalizza Mertens, non è più il centro di questo universo calcistico ed è per questo cheMilik è perfetto. Sono convinto che Carlo non si priveràmai del polacco».

Quindi, consiglia a Mertens di lasciare Napoli a fine stagione? «Questo mai. Napoli è una piazza che ti regala sensazioni folli. Da calciatore resterei sempre. Anche se, Mertens ha dimostrato tantissimo e ora un pubblico esigente, come quello napoletano, si aspetta tanto da lui. Questo complica ulteriormente il quadro: Mertens non nasce prima punta, si è ritrovato attaccante centrale. Sente ancora di più il peso del gol che non arriva».

Se Ancelotti decidesse di cambiar modulo? Se si tornasse al 4-3-3, servirebbe a ritrovare il miglior Mertens? «Il Napoli, ad oggi, fa il miglior calcio d’Italia. Arriverà secondo solo perché la Juventus è troppo più forte. Ancelotti ha trovato il suo equilibrio. Un eventuale 4-3-3, con il sacrificio continuativo di uno tra Milik o Callejon mi sembra inconcepibile almomento. Tra l’altro, Callejon, anche se non segna, è determinante con il suo taglio che crea superiorità»

Fonte: Il Mattino

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