Vero, di qui a poco tutto s’aggiusterà, ma resta e resterà il tentato scartiloffio. E Napoli non lo meritava. Anche per una questione di rispetto, visto che a metà del Settecento fu la prima città d’Occidente a fondare una scuola per lo studio della antica cultura della Cina, tant’è che ancora si prende cura della chiesa della Sacra Famiglia dei Cinesi nel rione Sanità.
E un po’ “pezzotto” è stato anche il Napoli a Firenze. Intendiamoci, non come quello “pezzottissimo” della stagione scorsa, ma la delusione ci sta pure stavolta. Perché i tre punti li ha sfiorati, il Napoli. Perché poteva scrivere per un giorno e forse più un capitolo nuovo di questo campionato; soprattutto perché poteva dare ufficialmente il via ad un futuro anticipato. Quello senza Hamsik, certo. Quello senza il capitano immagine e forse anche anima del Napoli degli ultimi dieci anni. Invece, tutto da rifare. Tutto da rivedere, anche se una cosa è chiara: il rinnovamento, il ringiovanimento della squadra è già cominciato. Anzi, era già cominciato con gli addii di Reina e di Jorginho e dovrà continuare con il prossimo mercato. Si chiama transizione, questa. Un anno, una stagione di passaggio che, però, non per questo non può riservare emozioni e soddisfazioni. Secondo posto? Sì, ma non basta più. Non può bastare. L’Europa League dev’essere il nuovo obiettivo. Per la gloria e per i denari, certo, ma anche per restituire emozioni ad uno stadio che non vuole restare mezzo vuoto.
Fonte: Cds