E’ complicato andarsi ad intrufolare in questo mistero napoletano che è nato all’alba del terzo Millennio, con la prima vera recessione tecnica, e che però si è sviluppato anche in quest’era De Laurentiis, sin dal 2007, dal ritorno in serie A, e mai numericamente contrastato: nell’ultimo quinquennio, da Benitez in poi – una coppa Italia vinta, una Supercoppa, due qualificazioni in Europa League con annessa semifinale, poi tre qualificazioni in Champions con Sarri e ora questa che può dirsi opzionata – c’è stata un’oscillazione sempre controllata, si direbbe modesta, tra i trentunomila spettatori di media del 2014 e i 37 mila dell’ultima folgorante stagione, vissuta giocandosela fino a Firenze con la Juventus ed in una atmosfera di magìa. Ma le cifre restano impietose, certificano un distacco che può avere vari padri (la crisi economica che incide, la pirateria televisiva, l’inadeguatezza di un san Paolo sul quale si lavora in prospettiva Universiadi e per il quale è stata firmata una convenzione del passato e una per il futuro è in gestazione) e aprono una voragine nel San Paolo del campionato pari ad un’assenza rappresentabile intorno a quella soglia del 20% dove s’alza un grido di dolore. Si è sgonfiato il pallone. Fonte: Il Mattino