E’ finita l’era delle creste. Ed è giusto così. A Napoli due erano le più famose di tutte, seguite da quelle di un nugolo di ragazzini. C’era quella di Marek Hamsik e subito dopo quella di Genny Savastano, boss della serie tv «Gomorra». «Ora, invece, non ce ne saranno più, Marek se ne va e il mio personaggio l’ha tolta. Napoli alla fine si è decrestata». L’attore Salvatore Esposito, direttamente da New York, dove si trova per motivi di lavoro, commenta con amarezza l’addio del capitano prima di tornare a Napoli. Il 25 febbraio Esposito sarà protagonista di una «masterclass», poi a marzo il film «L’eroe» e la stagione 4 di Gomorra, la serie tv che l’ha lanciato.
Cosa diciamo ora ai bambini che hanno copiato Hamsik nel look? «Che è stato giusto seguire anche nella pettinatura un beniamino come Marek ma ora è il momento di mostrare la propria identità. Genny invece non è un esempio».
Hamsik, che è fan di «Gomorra», che eredità lascia a Napoli e al Napoli? «Dodici anni splendidi. L’ho conosciuto a Castelvolturno proprio per parlare della serie tv e ho avuto la conferma del ragazzo speciale che è. Sfido non solo in Italia ma anche in Europa a trovare un centrocampista che ha segnato così tanto. Per professionalità, per serietà e correttezza, per i valori di sportivo vero, tutto calcio e famiglia, resterà a lungo un modello per tutti».
Lei terrà una «masterclass» su come nasce un attore. E una bandiera come nasce? «Semplicemente prendendo lezioni da Hamsik. Lui è stato un emblema di questo Napoli, ha rifiutato varie proposte in passato e non ha mai puntato i piedi. Si è legato al territorio, comprando casa a Castelvolturno. Ci mancherà. Peccato non chiuda la carriera in azzurro, però proprio perché ha dato tanto alla maglia è giusto lasciarlo andare, non negandogli questa possibilità. Certe cifre come quelle che prenderà in Cina non si possono rifiutare».
Il nuovo capitano sarà Insigne «Lorenzo non ha bisogno di imparare da Marek, ha già una sua personalità. È più sanguigno, visto che è un napoletano e saprà guidare il Napoli. Di certo i tifosi fanno bene a legarsi innanzitutto alla maglia. Ogni volta che un beniamino, alla Cavani o alla Lavezzi, va via, è un colpo al cuore. Spero invece che De Laurentiis e Ancelotti continuino a far crescere il Napoli anche a livello internazionale».
Tecnicamente è preoccupato per il suo addio? «Fermo restando che spero ci sia un saluto ufficiale ai tifosi, con Ruiz e Zielinski e con l’ok di Ancelotti sono abbastanza sereno. Probabilmente il suo addio prelude ad un ciclo che finisce e a un altro che inizia. Ma la sua cresta e le sue giocate rimarranno per sempre nei nostri cuori».
Fonte: Il Mattino