Hamsik è stato per Reja «un po’ Gerrard e un po’ Lampard», un’etichetta ispirata dalla capacità di orientare il palleggio, dalla sensibilità di infilarsi negli spazi ampi; e per Mazzarri è diventato l’intoccabile d’una triade che valse la gloria della qualificazione in Champions, il primo trionfo nella finale di Roma con la Juventus. Hamsik ha attraversato con Benitez una svolta ideologica, digerita faticosamente però statisticamente redditizia, e con Sarri s’è illuminato d’immenso, secondo il Corriere dello Sport, nonostante fosse cominciata l’eclissi con tante, troppe sostituzioni e la delusione di Firenze, la sofferenza più rovinosa d’un triennio stilisticamente esemplare.
La Redazione