È stato bello, anzi bellissimo vederlo crescere, era un bambino, ricordatelo, e forse dev’essere la delusione che ora spinge Beppe Bruscolotti, l’uomo al quale Hamsik ha strappato l’ultimo record, quello delle presenze, a una severità che stride con le sensazioni d’una città che rimane stordita ma devota all’ultima bandiera ormai ammainata e in viaggio verso la Cina, destinazione Dalian. «I grandi capitani non mettono la mano sul cuore poi abbandonano la nave». Ma Marek Hamsik chiude un ciclo, non solo il suo, che Francesco Montervino, il capitano che ha avviato l’era De Laurentiis, raffigura in un simbolismo abbagliante: «Marek rappresenta un’icona, ha fatto una scelta di testa che va condivisa. Stava cominciando la sua parabola discendente e sarebbe stato troppo per lui viverla. Ho apprezzato il modo in cui l’ha fatto, in silenzio, nel suo stile». Fonte: CdS