Il suo è un nome che da solo è già una garanzia. Andriy Shevchenko è sinonimo di gol e quando si parla di Milan è una sorta di istituzione. La sua storia in rossonero, però, è legata a triplo filo con quella di Carlo Ancelotti. Due finali di Champions (con il successo ai rigori sulla Juventus a Manchester nel 2003), uno scudetto, una coppa Italia, una supercoppa italiana e una europea. Senza dimenticare il pallone d’oro conquistato ai tempi del Milan (nel 2004). Anche oggi che segue la serie A da opinionista per Dazn ha ritrovato Ancelotti sulla panchina del Napoli e non perde mai l’occasione per commentare le gare degli azzurri.
Che ricordi ha delle sfide tra il suo Milan e il Napoli? «Sempre ricordi bellissimi. Soprattutto era bellissimo giocare al San Paolo: uno stadio sempre pieno popolato da gente calda».
Come le sembra il Napoli di oggi? «Negli ultimi 5 anni sta facendo sempre dei grandissimi campionati. Con Ancelotti il cambiamento è stato positivo. Il Napoli è competitivo e anche la classifica lo dice. Dopo la Juve il gioco del Napoli è tra i migliori del campionato».
E il Milan? «Sta lottando per un posto in Champions con una squadra che è in crescita continua. Gattuso sta facendo un ottimo lavoro e nell’ultima gara di campionato contro il Genoa ha vinto una partita importante giocando bene e segnando due gol. Ecco perché credo che sabato sarà una bella partita».
Che effetto le fa rivedere in serie A Ancelotti? «Per me è stato bellissimo ritrovarlo. Ha grande esperienza, ha lavorato e vinto tanto: è una persona intelligente e per bene. Si tratta di un allenatore che ha dato tanto al calcio italiano».
Cosa vi siete detti quando vi siete rivisti? «Era la prima di campionato, ed è stato anche il mio esordio come opinionista per Dazn. Abbiamo parlato di calcio generale e mi ha detto che gli piace molto il Napoli».
Che tipo di allenatore è? «Carlo è uno a cui piace un certo tipo di gioco e soprattutto gestisce bene il gruppo. Le sue squadre giocano bene perché a lui piace trovare equilibrio. In più ha grande esperienza, non a caso ha vinto tutto. Soprattutto è un grande gestore del gruppo: è la classica persona che sa bene cosa vuole dai giocatori».
Il suo insegnamento più importante? «Da lui ho imparato tanto sotto l’aspetto della gestione del gruppo e dei giocatori. Nei momenti difficili non ha mai perso la testa, è sempre stato molto presente. Ha preso decisioni sempre giuste. E poi ha delle ottime metodologie di lavoro».
In cosa prova a somigliargli ora che anche lei è diventato allenatore sulla panchina della nazionale Ucraina? «Io provo a seguire la mia strada, anche se da lui ho imparato tante cose. In 7 anni insieme mi ha lasciato una grossa impronta».
Un giudizio sull’attacco del Napoli? «Fortissimo. Lì davanti segnano tutti e soprattutto aiutano la squadra a vincere le partite. In questo momento Ancelotti ha tanti giocatori importanti lì davanti e può variare tanto. Mertens, Insigne o Milik, chiunque c’è davanti non fa troppa differenza».
Ma la Juve ha davvero già vinto lo scudetto? «Da qui alla fine dipenderà tutto dalla Juventus, ma il Napoli ci deve credere pur sapendo che dovrà fare grandi cose per riaprire il campionato, anche se va detto che già adesso gli azzurri stanno andando fortissimo».
Con Ancelotti siete stati grandi in Europa, cosa si aspetta dal Napoli in Europa League? «Gli azzurri sono tra i favoriti e se, come credo, Ancelotti ha fissato l’Europa League tra gli obiettivi stagionali, possono puntarci per davvero. Questo anche perché in classifica in campionato stanno bene. L’Europa League è una competizione bellissima».
Passiamo al Milan: si aspettava questo tipo di Gattuso come allenatore? «Rino ha giocato a grandi livelli e la sua visione del gioco, la sua grinta e la sua personalità certamente stanno aiutando. Una cosa è certa: è un trascinatore. Bisogna fargli i complimenti perché ha preso la squadra in un momento difficile e si vede che sta facendo tanto non solo dal punto di vista della carica emotiva. Mi piace anche per come mette la squadra in campo e per il tipo di calcio che fa».
Lei di attaccanti se ne intende: sorpreso dall’esplosione di Piatek? «Fino ad oggi ha fatto grandissime cose. Nel Genoa che è una piazza importante ha fatto tanti gol ed è stato protagonista di grande avvio. Capisco perché tante squadre si siano interessate a lui anche perché è un giocatore che può ancora crescere. Ha tutte le potenzialità per fare bene in una squadra forte. Il suo inizio di campionato ha fatto vedere le sue doti, cosa non facile in Italia che è un campionato difficile».
Fonte: Il Mattino