Vista la sua opulenza, la compagnia ha un portafoglio abbastanza discreto. Ci sono le organizzazioni dei grandi eventi – anche la finale di Supercoppa del 2015 tra Napoli e la Juve a Doha aveva il marchio QSI – e un bel po’ di partnership che vanno oltre al calcio, anche alla pallamano. Un vorticoso intreccio di sigle e affari: sono stati loro ad aver convinto il Barcellona a dissacrare per la prima volta la sua «camiseta» con la scritta di uno sponsor commerciale (Qatar Foundation). Come? Versando il compenso record di 166 milioni in 5 anni. Un’altra sua eccezionale acquisizione è la società di produzione di articoli sportivi chiamata Burrda Sport. C’è poi Al Jazeera, la tv di riferimento del mondo arabo, c’è la proprietà di BeIN Media, che controlla anche il network BeIN Sports, un network globale che pure ha sognato di prendere i diritti tv della serie A e pochi anni fa sono persino arrivati ad Hollywood rilevando la Miramax, la celebre casa cinematografica.
L’azienda è nata nel 2004 con l’idea di investire in progetti sportivi in altri paesi e di reinvestire tali redditi in sviluppo sportivo, svago e intrattenimento in Qatar al fine di «avvantaggiare la comunità nel suo complesso», come descritto nello stesso statuto. Fonte: CdS