Reja: “Sarò al San Paolo, mi emoziona sempre riabbracciare la città”

E’ la partita di Edy Reja. Napoli-Lazio per lui ha un sapore speciale. Ha lasciato il segno REja, un vero signore della panchina: per eleganza dei modi e risultati raggiunti, sia in riva al Golfo che nella Capitale. «Verrò al San Paolo a vederla dice è sempre emozionante riabbracciare la città». 
Il Napoli degli assenti contro la Lazio in crescita, che partita sarà? «Molto interessante e di difficile lettura, con gli azzurri forti sulle fasce e i laziali più temibili al centro del campo. Per il Napoli è un match piuttosto difficile per le assenze ma anche perché i biancocelesti sono in crescita, avendo ritrovato Leiva, Milinkovic Savic e Luis Alberto. Ancelotti però è un maestro e saprà sopperire: il turn over che ha varato gli consente di avere tutti i suoi giocatori con tante partite nelle gambe»
Koulibaly, Allan, Hamsik e Insigne: quale l’assenza più pesante? «Tutte e quattro, per il valore dei calciatori ma anche perché ricoprono ruoli chiave. Per avere la meglio sulla Lazio il Napoli dovrà giocare di collettivo, da squadra, con grande unione e il giusto equilibrio». 
La Lazio ha ritrovato certezze e condizione atletica. «Sta bene e può mettere in difficoltà gli azzurri non dando punti di riferimento, a partire da Immobile. Lui, Milik e Mertens i calciatori decisivi domani». 
Ancelotti-Inzaghi, che allenatori sono dal suo punto di vista? «Bravissimi. Di Carlo non devo dire nulla, è un maestro. Mi colpisce la sua pacatezza, il suo equilibrio in ogni circostanza. Deriva dal suo carattere ma anche dalla grande esperienza internazionale. Inzaghi sta facendo benissimo. Anche quest’anno, dopo alcune difficoltà iniziali ha ripreso la squadra in mano». 
Ancelotti sta portando avanti anche una battaglia contro il razzismo. «Sono totalmente al suo fianco, conduce una contesa sempre dentro le regole con la sua consueta classe. Questi cori ignoranti e stupidi hanno stufato, bisogna intervenire con forza. Giusto fermarsi se ci saranno ancora. In un mondo da anni multietnico è inaccettabile ascoltare certe frasi, gli organi preposti si diano da fare». 
Cosa sono stati Napoli e il Napoli per Reja? «Una cavalcata fantastica dalla C all’Europa e un’emozione continua a contatto con la gente. Ho mille ricordi splendidi, su tutti il ritorno in serie A nel giugno 2007, è come se in quel momento il Napoli fosse tornato a casa. Restituimmo dignità sportiva ai tifosi. E poi c’è il ritorno in Uefa, le vittorie spettacolari su Juventus e Milan, ragazzi splendidi come Hamsik, Montervino, Iezzo, Grava, Cannavaro e Fontana». 
E di Roma, della Lazio e dei calciatori? «Ottimi ricordi. La svolta ci fu nel ritiro di Norcia dopo il mio arrivo a febbraio: alla fine ci salvammo serenamente. Poi gli obiettivi centrati dell’approdo in Europa League, la Champions sfumata per differenza reti. Brocchi, Rocchi, Ledesma, Radu e Lulic elementi di spessore». 
Napoli-Lazio significa anche De Laurentiis contro Lotito. «Ho avuto ottimi rapporti con entrambi, anche considerando qualche piccolo, inevitabile, scontro. Si assomigliano negli aspetti gestionali: manager di enormi capacità, giustamente freddi e perfetti nel centrare gli obiettivi mantenendo sani i bilanci. Entrambi avevano stima e rispetto, ricambiati, nei miei confronti: mai sono entrati in questioni tecniche o di formazione. Simpaticissimi e di grande compagnia a cena». 
De Laurentis ha sempre in mente di ingaggiarla come supervisore del vivaio? «Ne abbiamo parlato, c’è stata una proposta in estate, vedremo quando ci saranno le condizioni. In ogni caso io sono sempre disponibile e ogni tanto ci scambiamo idee e opinioni». 
C’è un Napoli-Lazio che ricorderà per sempre? «Sì, ma non per il risultato. La prima volta che sono tornato al San Paolo da avversario, con la Lazio (3 aprile 2011, ndr). Ho fatto le scale e sono entrato sul rettangolo di gioco: mi sono commosso per gli applausi scroscianti che ho ricevuto, non mi aspettavo un omaggio del genere. È stato il momento più emozionante della mia carriera, come uomo prima che come allenatore».

Fonte: Il Mattino

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