«I giocatori dovrebbero sedersi in campo, e contro di loro non dovrebbero essere decise sanzioni». E’ la ricetta di don Fabio Capello, come era stato soprannominato in Spagna, quando guidava il Real. «In questa maniera si aiuterebbe il pubblico sano, quelli che vogliono vedere giocare a pallone, che vogliono gustarsi la partita, e si spingerebbe quelli che fanno i buu a smettere e vergognarsi di quello che stanno facendo». Una soluzione, quella proposta da Fabio Capello in merito alla questione dei cori razzisti durante le partite, che s’allinea a quanto continua a sostenere Carlo Ancelotti. L’Italia, prosegue Capello, «è l’unico posto dove ci sono gli ultras che comandano e i giocatori vanno a salutarli. Si dà troppa importanza a queste persone», ha spiegato il tecnico friulano ai microfoni di “Radio anch’io Sport” in onda ieri su Radiouno. «Sono importanti l’85-90% delle persone che vengono allo stadio, non questi signori con striscioni, slogan e il potere ottenuto dalle società», ha aggiunto l’ex tecnico di Milan, Real, Roma, Juve ed ex ct di Inghilterra e Russia.