Nel corso della trasmissione radiofonica “Un Calcio Alla Radio” su Radio CRC è intervenuto Umberto Chiariello col suo consueto “Editoradio”: “Quando si parla di confusione non si può non tener conto di quanto ne genera questa Coppa Italia, che definisco “maledetta” perché una volta aveva un suo fascino. In primo luogo era una competizione che riguardava tutto il movimento calcistico italiano, riguardava tutto il movimento calcistico dalla A alla C. In secondo luogo perché si giocava sulla lunghezza di 13 partite, quindi era una competizione vera e propria, quando il campionato era a sedici squadre. Poi sono arrivati famosi diritti tv che la fanno da padrone, e ad oggi tutto è ad “usum televisionis”, perché è la televisione che comanda. Questa competizione, per come è formulata in maniera maldestra e anche farraginosa, perché ad oggi ancora non si è capito dove si giocheranno i quarti, è stata fatta solo per accontentare “mamma RAI”, che caccia i soldini per la Coppa Italia e che va accontentata. Come? Facendo arrivare le più forti in fondo perché quelle che contano sono le 7-8 partite chiave che fanno ascolti, altrimenti non avrebbe appeal. Ma per fare questo bastava fare come nel basket le “final eight”. Prendiamo le prime otto del campionato precedente e le facciamo giocare tra di loro e facciamo la fase finale di Coppa Italia, avrebbe senso. Ma che si faccia una competizione dove le grandi ospitano in casa le piccoline di B e gli danno 6 palloni come l’Inter, lo trovo mortificante per la squadra di B e per i suoi bilanci. Ma voi capite un Carpi- Juventus, un Matera-Napoli, Un Catanzaro-Inter cosa porterebbe alle casse di queste società? Con un incasso potrebbero salvare una stagione e qualcuno dirà io ho visto giocare Higuain, Ronaldo, Insigne. Il fascino del calcio, invece, viene soggiogato ancora una volta al bisogno di mungere la vacca perché l’unica cosa che interessa ai presidenti della Lega Calcio è pensare ai soldi. Ma se si uccide la passione della gente la vacca non farà più latte e allora, cari presidenti, come la metteremo?!”.
A cura di Emilio Quintieri