E’ partito tutto da un lancio dell’agenzia Ansa: «Cori antisemiti e a sfondo razzista dalla Curva Nord laziale durante la sfida di Coppa Italia contro il Novara… I cori arrivano da un ristretto gruppo». La notizia è diventata virale a partita in corso, è stata ripresa da tutti i principali siti d’informazione. Alcuni cori, per testimonianza diretta, si sono uditi intorno al 30′ del primo tempo. Sicuramente condannabili, ma non hanno riguardato l’intera Curva (peraltro mezza vuota) ed è stata la notizia ad amplificarne la portata più che l’udibilità. Questo non li giustifica. E’ pur vero che l’arbitro Abbattista non ha ritenuto di intervenire né, secondo quanto risulta alla Lazio, i cori sono stati uditi dai due ispettori della Procura federale. La Digos, attraverso i video, indaga sui responsabili.
La Lazio ha preso posizione a fine partita. Ecco l’intervento del portavoce del presidente, Arturo Diaconale: «Io faccio parte di quel 98% di spettatori che questi cori non li ha sentiti. Non metto in discussione la buona fede e l’udito di chi li ha ascoltati. La società, in ogni caso, condanna qualsiasi espressione antisemita. Bisogna, però, valutare la dimensione del fenomeno. Credo che ci sia una psicosi che trasforma episodi del tutto marginali, e forse inesistenti, in questioni gigantesche… Mi hanno detto che avrebbero scritto di aver sentito “Roma come l’Africa”, non vorrei che gli africani si indignassero nel venire paragonati alle condizioni in cui si trova Roma in questo periodo. E’ una battuta scherzosa. Che poi ci siano dei gruppi che vogliano catturare l’attenzione di qualcuno, questo può capitare. La Lazio chiederà registrazioni in casi di questo tipo».