Clarence Seedorf, ex giocatore ed allenatore del Milan, ha parlato al Corriere della Sera, soprattutto soffermandosi sugli episodi di razzismo accaduti negli ultimi tempi.
“Io credo che sia sbagliato fermare le partite. So tutto di quello che è accaduto a Koulibaly durante Inter-Napoli, non ho parlato né con lui né con il mio amico Ancelotti ma ho già un’idea precisa della questione. Sono troppi anni che in Italia si accettano questi cori razzisti, che partono sempre da piccoli gruppi di ultrà, mentre la maggioranza delle persone rappresentano i veri tifosi. Queste persone hanno il diritto di assistere alla partita per la quale hanno pagato, non credo che sia giusto fermare le gare.
L’esempio da seguire è quello di Dani Alves, che con grande forza emotiva durante un Villarreal-Barcellona mangiò una banana che gli avevano lanciato dagli spalti, fu veramente mitico. Mi rendo conto però che non tutti i calciatori posseggono la forza per farlo. In queste situazioni bisogna essere superiori: io, ad esempio, gli avrei fatto due gol! Quando ci sono i fischi il resto dello stadio dovrebbe invece applaudire: tanti applausi non possono che sotterrare i fischi di pochi personaggi. Però bisogna comunque prendere posizione, altrimenti si diventa complici”.