C’erano le sue mani, contro il cielo di Berlino, quando la coppa d’oro brillò. 14 anni fa ormai. Fabio Cannavaro, figlio di Napoli, il capitano in eterno dell’Italia campione del mondo, porta la città nel cuore. La sua avventura in Cina sta per ripartire e i giorni trascorsi a ammirare il Vesuvio e il Golfo sono già finiti. Ecco alcune sue parole prese dall’intervista rilasciata Il Mattino
Il calcio italiano che momento vive?
«Buono, anche se ci sono allenatori che mi irritano. In tanti si ostinano a iniziare il gioco con il portiere, anche quelli che guidano le piccole, con poca qualità in campo. E così vedi che prendono gol grossolani e situazioni irritanti in cui nel corso di una partita il portiere tocca più palloni di un attaccante».
Detto da un difensore, poi…
«Mi piace il calcio propositivo, ma non a ogni costo. Mica voglio la palla lunga e il contropiede ma le piccole devono fare le piccole. Come era ai miei tempi».