Prima i numeri per raccontare la seconda e beata giovinezza di Quagliarella: otto reti nelle ultime otto partite, 34° nella classifica dei bomber di tutti i tempi dopo aver raggiunto Chiesa, tra quelli ancora in circolazione il centravanti ad aver segnato di più nel nostro campionato (138 reti). Napoletano di Castellammare di Stabia si gode il momento, ha brindato al nuovo contratto che la Samp gli ha offerto qualche settimana fa e che lui ha accettato di prolungare in un attimo, ha trascorso il day-after incassando complimenti ovunque e da chiunque.
Via social si sono sprecati i like dopo l’ennesimo capolavoro, il gol di tacco al Chievo, la sua specialità: il secondo dopo quello rifilato al suo Napoli a settembre. Borriello, Nino D’Angelo, Pisacane, è lunga la lista dei napoletani accecati dalla magia del bomber stabiese. E poi ci sono gli ex compagni di squadra, quelli di un decennio fa e quelli che sono stati al suo fianco fino a ieri. Ci sono le firme di Luca Toni, di Christian Vieri e di Bruno Fernandes, che ironicamente pone e si pone la madre di tutte le domande: ma allora il vecchietto non si ferma più? Già, Fabio non vuol fermarsi. Insegue i record storici di Pascutti e di Batistuta. Ma c’è qualcuno che lo fermerà? Forse la difesa della Juventus, prossima avversaria in campionato? Mentre lui applaude alla vita e al calcio, un altro simbolo della Napoli del pallone se la passa malissimo. Il momento di Insigne è diametralmente opposto a quello di Quagliarella, astinenza dal gol, stanchezza, nervosismo e adesso pure due turni di squalifica. Eppure l’inizio di stagione aveva consacrato l’azzurro come leader intoccabile del nuovo Napoli e della Nazionale di Mancini, il trascinatore della squadra rigenerata da Ancelotti, proprio mentre tutti facevano i conti con la carta d’identità di Fabio. Fonte: Il Mattino