Il primo segno inconfondibile della mano di Ancelotti è nel passaggio dal tridente all’attacco a due (40 gol tra campionato e coppe). Addio alle frecce che viaggiano sulle corsie esterne e spazio a due punte che dialogano nello stretto e attaccano la profondità. Così facendo, il nuovo allenatore del Napoli ha riportato anche Insigne nelle prossimità dell’area di rigore, mentre Mertens ha definitivamente conquistato i crismi della prima punta. E poi? C’è Milik, il bomber ritrovato. Quello che con Ancelotti ha lungamente parlato nel suo primo giorno di ritiro a Dimaro e dall’allenatore ha ottenuto le garanzie necessarie per vivere sereno, nonostante i tifosi invocassero il nome di Cavani. Il polacco ha tenuto fede al clima che caratterizza la sua nazione e con freddezza ha accettato le panchine, le esclusioni e le critiche. Al momento buono si è fatto trovare pronto distinguendosi per quello che doveva essere il suo marchio di fabbrica: il gol. Fonte: Il Mattino