Sono passati appena 100 giorni dall’acquisto del Bari, club di serie D e la classifica dice che è fuga per la compagine pugliese con mister Cornacchini che sta facendo un ottimo lavoro. Il Corriere dello Sport ha intervistato il presidente Luigi De Laurentiis sul momento della squadra e sui progetti futuuri.
Presidente De Laurentiis, che voto darebbe ai suoi 100 giorni di Bari? «Darei un 10 al Bari come società. E’ una macchina nata veramente all’ultimo secondo. Grazie all’ “expertise” costruite negli anni sono state fatte dell’ottime scelte. Sommando le competenze sportive, tecnico-tattiche, imprenditoriali si è riusciti a mettere insieme un gruppo di persone, allenatore, calciatori e staff tecnico e manageriale, che in cento giorni comincia a funzionare. Avere già una macchina che possa filare bene è un gran vantaggio. Non vedo l’ora di tornare a Bari a gennaio e di mettere sul tavolo una nuova agenda per il 2019 piena di idee e di impegni per questa squadra e penseremo come affrontare l’eventuale nuova avventura. La serie C è un campionato difficile, gli investimenti sono importanti».
E’ già ora di stringere la mano a Cornacchini per congratularsi e pensare al prossimo campionato? «Quello assolutamente no. La cosa più intrigante è ricordare proprio ai giocatori che il campionato non è finito in nessun modo. Anzi, ogni partita è fondamentale. Sono passati i primi cento giorni, abbiamo un entusiasmo da vendere ma questo rimarrà negli anni perchè ci appartiene. Non riusciamo non esserlo a casa nostra. Mio padre ci ha insegnato a mantenere sempre alto l’entusiasmo, fa parte del nostro carattere. Però in campionato occorrerà tenere le antenne dritte sino all’ultima partita. L’Italia ci guarda, Bari è una piazza importante. C’è curiosità verso una famiglia imprenditoriale che è partita con un’altra squadra da una categoria minore arrivando in Champions League. Stesso percorso di successo che vorremmo fare col Bari. L’ho ricordato ieri sera a tutti calciatori. Siamo l’unica squadra di serie D ad avere le partite trasmesse su Dazon. Immagino che a priori ci siano degli osservatori nazionali che seguono questi ragazzi. A maggior ragione se la visibilità è alta. Il campionato è lungo, vincere non sempre è una passeggiata. L’abbiamo visto domenica che stavamo pareggiando contro l’ultima classifica. Per fortuna Di Cesare ha fatto un gol da Chanpions League e abbiamo portato a casa una vittoria pesante».
Una grande squadra è grande anche per questo. Concretezza e realismo hanno riavuto diritto di cittadinanza nel Bari di oggi. Con Luigi De Laurentiis non è cominciato un ciclo, ma una nuova era. Matteo Scala al suo fianco ascoltava felice. «Cento giorni che valgono un anno. Siamo partiti dalla necessità di acquistare 80 asciugamani per fare le docce. Non c’era nulla. Siamo partiti da zero e abbiamo costruito in sole due settimane una squadra che potesse affrontare in maniera adeguata il campionato di serie D pur non sapendo con certezza in quale categoria avremmo giocato. Poi a metà settembre siamo partiti per la prima trasferta come da nostra richiesta perchè lo stadio non ci era stato ancora consegnato. Sono molto contento di essere primi con undici punti di vantaggio. Siamo l’unica squadra imbattuta tra i dilettanti. E’ un orgoglio anche per i direttori sportivi Cristiano Giuntoli e Giuseppe Pompilio. Un merito va anche a Cornacchini che è riuscito in poco tempo ad amalgamare la squadra e al club manager Matteo Scala che giorno per giorno ha seguito il lavoro di tutti. E credo che sia un po’ l’impostazione del gruppo Filmauro che mi hanno portato a seguire il Bari in prima persona insieme con l’avv. Federico Menichini, un’altra figura importante per questa società».
La Redazione