Il Mattino – Gli arbitri vengano in TV a spiegare le decisoni Var

Ci sono arbitri che considerano il Var un optional, e loro colleghi addetti al Var che, in ossequio a un lacunoso protocollo, non intervengono anche se vi sono macroscopici errori. Appunto come quelli visti in Cagliari-Juve dello scorso gennaio e in Torino-Juve e Roma-Genoa dell’ultimo week-end. Un anno, appunto.
Sarebbe da un auspicare una reale sinergia tra l’arbitro in campo e l’arbitro al Var, una comunicazione attenta e costante. Ma soprattutto un dialogo che vada oltre la partita. Perché parlano soltanto Nicchi e Rizzoli, presidente e designatore, con i media? Perché, in un’epoca in cui parlano quasi tutti i giorni Papa Francesco e il presidente Trump, gli arbitri continuano ad essere obbligati al silenzio? Sarebbe bello (e soprattutto utile) aprire il microfono per ascoltare la voce di chi compie un errore: non per metterlo sotto processo ma per capire come sia possibile non fischiare un rigore netto, o non darne indicazione dalla regia Var. Questo, a nostro avviso, consentirebbe a un arbitro di liberarsi di un peso perché l’errore è umano e, se ammesso, è un atto di responsabilità che dà sollievo e non mortifica. Naturalmente bisognerebbe scegliere gli interlocutori tecnici più autorevoli, non quelli che nei salotti tv sono pronti a strizzare l’occhio all’intervistato di turno, blandendolo e assecondandolo.
Aprirsi all’esterno è un diritto e un dovere di questa categoria che non vuole essere definita una casta. Fonte: Il Mattino

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