A Viterbo: arbitro  preso a calci, poi gli insulti razzisti

Una gara di seconda categoria è finita con la lunga attesa all’ospedale di Viterbo Belcolle, codice arancione. Un calcio quando era quasi a terra, insultato per il colore della pelle. Se è possibile, la vergogna è salita di un gradino. Non bastano le botte, anche il razzismo. Il campo è quello dell’Aurora Viterbo, la partita contro la Virtus Marta inserita nel programma dell’11ª giornata del girone A di Seconda categoria. A fine partita, Salaheddine Farhane, 17 anni, due sogni nel cassetto (diventare internazionale e soprattutto un grande chef), accompagnato da un dirigente della squadra locale, è stato accerchiato vicino allo spogliatoio. Sono volate spinte, lui è caduto e mentre si reggeva allo stipite di una porta, è stato fatto oggetto di un calcio (con i tacchetti) nel sedere, prima di venire apostrofato da frasi ignobili come «negro di m…, scimmia, tornatevene al paese vostro». L’autore, un giocatore (dunque un tesserato) rischia le pene previste dal nuovo codice, almeno un anno (per il calcio) più le frasi razziste.  Fonte: CdS

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