Totocalcio 2.0, ecco come ridare lustro all’antica schedina

L’ex portiere di calcio e tifoso di Juventus e Southampton Giancarlo Giorgetti, passato dalla porta di Varese alla finestra di Palazzo Chigi con delega allo sport, dopo avere coraggiosamente avuto l’idea di espropriare il Coni è incorso nella visione romantica di rilanciare il Totocalcio, una mano prende, una mano dà, accorrendo al capezzale della schedina moribonda dal 1994 e in coma da vent’anni, schiacciata dalle dieci agenzie di scommesse sportive che hanno risucchiato gli appassionati delle puntate sul pallone proponendogli le più suggestive combinazioni a partire dai Mondiali 1998 in Francia.
L’innamorato tardivo dell’1-X-2, che dovrebbe gestire in futuro le risorse e le ambizioni dello sport italiano, vuole «restituire il Totocalcio al sistema dello sport» secondo il linguaggio apodittico della politica, assegnando alla schedina quel reddito di cittadinanza perduto. Si annusa un nuovo giro di soldi. Giorgetti aveva sei anni quando apparve la prima schedina, il 5 maggio 1946, inventata dal giornalista triestino Massimo della Pergola col radiocronista Geo Molo e il produttore cinematografico Fabio Jegher. Gli italiani, ai quali non bastava più avere mille lire al mese, cominciarono a inseguire il sogno milionario della Sisal, l’azienda dei giochi che partorì il concorso pronostici del pallone, prima di diventare Totocalcio nel 1948.
Il romantico Giorgetti vuole riportare indietro di sessant’anni l’orologio degli scommettitori. Giorgetti è nato a Cazzago Brabbia (Varese). Vi dice niente Cazzago? Un nome, un’idea. Fonte: Cds

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