Nel salotto buono di casa Albiol, perdersi tra una Liga, due coppe di Spagna, una Supercoppa in Patria e una a Doha con il Napoli, una coppa Italia, due Europei, un Mondiale e poi una Coppa Uefa e Supercoppa Uefa per scoprire il sentiero. Le sue parole al CdS:
Non per dire, lei è quello che ha vinto di più. «Dunque un vecchio, vorrebbe insinuare…»
Diciamolo pure. «E allora io porto la mia esperienza, questo sì. Ignorando però i successi del passato, quelli non contano quando cominciano le partite, perché ogni gara fa storia a sé».
Non le mancano, neanche a Napoli, certe sfide ricche di contenuti e di pathos: ce n’è una che vorrebbe ripetere, stasera. «Quella di aprile a Torino, in casa della Juventus, ovviamente: visto come andò a finire, non sarebbe male. Ma è chiaro che sarà un match diverso e dunque non è possibile».
O dentro o fuori. «Ma senza ossessioni, serve la testa libera, una maturità che abbiamo dimostrato di possedere. E serve ragionare rapidamente, nel capire le giocate, nello spostare il pallone».
Se la aspetta come tutti? «Ci aggrediranno, calcisticamente intendo, e non potremo sbagliare. Ma neanche loro. Siamo venuti per giocare, non per perdere. Semmai per vincerla. Perché vogliamo andare avanti».
Capacità di gestione ne servirà... «Delle situazioni, innanzitutto: è una partita che avrà vari momenti e anche tante fasi. Ma noi sappiamo interpretarle in vario modo: quando è servito, ad esempio, abbiamo giocato bassi e poi siamo ripartiti. Altrimenti ci siamo impossessati della gara e l’abbiamo controllata o indirizzata».
Difetti ne ha chiunque. «E anche il Liverpool. Lasciano spazi che posssono essere invitanti per giocatori come i nostri, di passo e di rapidità. Non abbiamo intenzione di difenderci ma di segnare».
Non c’è da tremare… «Da godersela. Queste sono le partite che ti lasciano dentro qualcosa, già prima che comincino. E noi speriamo che ciò succeda anche dopo. Ma, succeda quel che succeda, siamo fieri di noi e di quello che stiamo facendo. Abbiamo lavorato tanto per essere qua e sogniamo di continuare».
Vi va bene anche il pareggio e non è poco. «Ma l’errore di immaginarsi una gara proiettata in questa direzione non dobbiamo commetterlo. Devo sentire la nostra presenza e sapere che ci proveremo. E’ una questione di mentalità».
Lei è qui da sei anni ormai… «E siamo sempre cresciuti. E’ stata brava la società, nel riuscire a restare sempre competitiva; e anche noi, che nel tempo siamo riusciti a giocare su livelli che mi sembrano notevoli. Come questa Liverpool-Napoli: è una di quelle notti che verranno ricordate. E noi vogliamo che resti nella memoria. Non è certo facile, ma non lo sarà neanche per loro». Fonte: CdS