Mimmo Carratelli lo scrive sul CdS “soffrire pensando al Liverpool“:
Dibattiti in città, convegni all’università, tavole rotonde alla Biblioteca nazionale, chiò chiò paparacchiò e summit tecnico allo chalet di Mergellina sul Napoli di Bergamo. La solita compagnia di giro, i personaggi sono noti.
Debutta senza mezzi termini don Giacomo Frollo, pasticciere alla Pignasecca: “Gesù, è tornato il contropiede”. “Che cosa è successo, don Giacomo?” chiede allarmato il cameriere Peppino. E don Giacomo: “Ma avete visto il Napoli a Bergamo?”. Interviene il ragioniere Saverio Malaspina: “Ho visto”. Insiste don Giacomo, pasticciere alla Pignasecca: “E non avete visto il contropiede?”. Pasquale Pazienza, giornalista on-line, ammette: “L’ho visto”. Salvatore pittore di alici commenta: “Una soddisfazione”.
Don Ciccio, portiere di palazzo, riassume: “Il Napoli ha vinto a Bergamo in contropiede col più basso possesso-palla della storia recente. Il Napoli di Sarri è morto, viva il Napoli di Ancelotti. Abbiamo difeso molto e attaccato poco. Così si vince”. Carmelo Mirabello, regista di teatro popolare aggiunge: “E’ cambiata la scena. A Bergamo abbiamo difeso. Il mister ha detto che difendere bene è un segnale di maturità”. Peppino grida trionfante: “Siamo maturi”.
Enrico Pignatiello, baritono mancato al San Carlo, interrompe: “A me difendere fa venire il pànteco, intendete pànteco?”. Don Ciccio, portiere di palazzo: “Intendiamo, siamo napoletani. Pànteco è più aggraziato di panico e fa meno paura”. “A Bergamo abbiamo fatto le prove per Liverpool” sottolinea don Giacomo Frollo. “Scusate, abbiamo fatto le prove del pànteco?” chiede allarmato Enrico Pignatiello, baritono mancato.
“Ancelotti ha schierato la squadra-Champions e abbiamo detto all’Atalanta di fare le veci del Liverpool” precisa don Giacomo, pasticciere alla Pignasecca, e aggiunge: “Abbiamo detto all’Atalanta attacca, attacca, vieni avanti, gioca nella nostra metà campo, aggredisci, facci soffrire, noi dobbiamo soffrire perché proviamo per Liverpool. L’Atalanta ha accettato”. Peppino il cameriere si intromette: “Veramente?”. Lo ragguaglia il ragioniere Malaspina: “Era il piano di Ancelotti”. “Gesù, Gesù – geme Peppino. – E se perdevamo?”. “Abbiamo vinto, il piano era perfetto” dice senza mezzi termini don Giacomo Frollo.
“Io a Liverpool ci vado, ma non voglio soffrire” interviene Totonno Speranza, direttore di centro commerciale. “Allora non ci andate” replica don Giacomo, pasticciere alla Pignasecca. “Effettivamente, il Liverpool è forte come l’Atalanta e ci farà soffrire” azzarda a bassa voce don Ciccio, portiere di palazzo. “Il Liverpool è forte cento volte più dell’Atalanta e non ci farà soffrire, ci spianerà” protesta Gennaro Piromallo, salumiere emerito e pessimista di riguardo. “Ma, allora, che prova abbiamo fatto a Bergamo?” chiede confuso Peppino il cameriere. “Avevamo l’Atalanta in calendario, non potevamo mica giocare con la Juventus” chiosa don Giacomo Frollo. “Con la Juventus avremmo sofferto meglio e fatto una prova più autentica per Liverpool” fa notare il salumiere pessimista Piromallo. “Insomma, questo Napoli che difende e vince anziché ricamare merletti, giocare alto, tichitaca tichitaca, palla a me, a te, a lui, alle vostre sorelle, il Napoli spettacolare, il Napoli bello che non ha vinto niente, questo vorreste ancora avere e non il Napoli concreto, guardingo, cinico, ancelottiano, padre e figlio compresi, che fa all’occorrenza il calcio che serve?” domanda infastidito don Giacomo.
Allo chalet di Mergellina la confusione è al massimo. Paziente, don Giacomo Frollo riprende: “Abbiate fede nel maestro Ancelotti”. “Ma a Liverpool non potremmo rigiocare con l’Atalanta?”. Il pesante quesito viene posto da Totonno Speranza che vuole andare in Inghilterra ed evitare di soffrire. Fonte: CdS