Sheva, Kakà, Cannavaro, Ronaldinho, CR7…Non può essere un caso!

Il rapporto tra Ancelotti e il Pallone d’Oro è senz’altro particolare. Sheva, Kakà, a distanza Cannavaro, Ronaldinho e Cristiano Ronaldo. Il brasiliano meriterebbe quasi un capitolo a parte, perché la sua storia e quella di Ancelotti si sono intrecciate solo per una stagione, quella del tramonto del ciclo rossonero di Carletto. In quell’anno Dinho era all’inizio della sua parabola discendente, tanto è vero che il Pallone d’oro lo aveva già vinto (nel 2005), quando vestiva la maglia del Barcellona. Ecco perché nell’arco della stagione 2008-09, l’unica della loro convivenza in rossonero, riuscì a mettere insieme una trentina di presenze tra campionato e coppe, condite da appena una manciata di gol (10), non esattamente il bottino ideale visto il pedigree. Tra il brasiliano e l’allenatore italiano non è mai sbocciato un amore folle, al contrario di quanto accaduto tra Ancelotti e Cristiano Ronaldo ai tempi del Real. Cr7 era già una stella (con tanto di pallone d’oro già in bacheca dal 2008), ma con Carletto si creò subito feeling. Fino alla conquista della Decima con il Real nel 2014. Gol, vittorie e soprattutto abbracci: quelli tra i due non sono mai mancati e con il tempo le carezze sono continuate anche a distanza. Ronaldo è stato il terzo giocatore della carriera di Ancelotti a vincere un Pallone d’oro durante la sua stessa gestione, sintomo che tra allenatore e squadra c’è sempre una sintonia fuori dal comune. Non può essere un caso se 10 degli ultimi 15 palloni d’oro siano finiti nelle mani di giocatori allenati da Ancelotti.

Il Mattino

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