Marolda: “Il Napoli europeo profuma di ottavi Champions!”

Il Napoli passa dallo scialbo pareggio in casa con il Chievo all’ ottima prestazione Champions. Della “metamorfosi azzurra” parla Ciccio Marolda sulle pagine del CdS:

“Dalla domenica bestiale con il Chievo all’eccitante mercoledì di coppa. In tre giorni da così a così. Perché? Com’è accaduto? Inutile cercare psicologiche letture o chissà quali cervellotiche ragioni. Tutto, infatti, può ridursi a una spiegazione e basta: tornato dal week end di “vacanza” che s’era regalato, don Carlo ha riportato in ritiro i suoi giovanotti, ha rimesso in campo i titolari e s’è riaccomodato al posto suo. “Cioè in panchina”, come direbbero Totò e Peppino. Vecchie, buone abitudini per tornare ad essere felice e non rischiare di passare per c…ni come da severo ma giusto ammonimento proprio dell’allenatore.
E allora, rieccolo il Napoli europeo. Quello che sempre più sente il profumo degli ottavi d’una Champions che s’era presentata complicata. Addirittura ostile. E invece no. Perché il primo traguardo, il primo obiettivo di stagione è davvero assai vicino. Intanto, il prestigio e la soddisfazione di questo primo posto del girone vogliono già dire un paio di cose: che ha sbagliato chi in passato al Napoli ha negato il piacere, l’ambizione, il coraggio di sentirsi grande tra le grandi e, poi, che nel portafoglio azzurro potrebbero arrivare presto cinquanta e più milioni per il prossimo mercato. E, chissà, potrebbe non finire qui. A questo punto non è forse legittimo sognare orizzonti nuovi per questa squadra che con Ancelotti ha già spostato assai più in là il confine della sua globalizzazione. Del resto, nella stretta di mano con la quale si legò al Napoli giusto sei mesi fa c’era proprio questo: c’era l’impegno a trasferire alla squadra la voglia di puntare in alto. Di darle una mentalità più aperta e più ambiziosa. E il Napoli l’ha fatto ribaltando il vecchio paradigma del centralismo dell’allenatore e affrancandosi finalmente dall’ossessione del possesso palla come primo comandamento del gioco del pallone.
Insomma, il Napoli è cresciuto. In Europa già s’è fatto grande. E in Italia, in campionato che fa ancora il giovanotto mezzo scapestrato. Certo, c’è la Juve che agli altri non lascia proprio niente, ma può essere questa la ragione per non credere che le cose possano cambiare? È vero, nello sprint di fine anno il Napoli è subito inciampato, ma guai a pensare che il suo campionato sia finito sbattendo contro il Chievo. Insomma, viva la mentalità europea che vale tanto prestigio e tanti soldi, però senza tradire una sana vocazione tricolore”  

 

 

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