Il calcio è uno sport che è bello da vedere, ma soprattutto da raccontare, perché ti regala emozioni nei novanta e passa minuti di gioco. Senza dimenticare la voglia di coinvolgere la gente da casa con dei racconti che te le rendono davvero reale, come se fossi allo stadio. Di questo ma anche dei suoi inizi e sul momento del Napoli, ilnapolionline.com lo ha chiesto in un’intervista al telecronista di Sky Massimo Tecca.
Sei da molti anni telecronista, come nasce questa tua passione? “Come tutte le passioni nascono da bambini, non so come spiegartelo, ma ho sempre amato il calcio e mi piace raccontarlo, tutto ciò è il massimo. Quindi non ho mai pensato di fare un’altra professione al di fuori del telecronista”.
Prima di Sky, in quali altre televisioni sei stato e dove hai lavorato? “Ho iniziato in un giornale romano che si chiama Paese sera all’età di 20 anni. Poi ho proseguito con il Corriere dello Sport e a seguire: Tele +, Stream e Sky. Tutto per un’unica passione che è il calcio ed è uno sport che mi piace seguire e raccontare agli appassionati di questa disciplina”.
Chi volesse intraprendere la strada di fare il telecronista o di iniziare quella di giornalista, che consiglio di senti di dire in particolare? “Il mio consiglio è quello di imparare a fare tutto: scrivere, condurre, fare una tele o radiocronaca. Il giornalista del futuro sarà sempre più multimediale, fondamentale quindi concentrarsi sulla lettura e sulla scrittura. Un altro consiglio che mi sento di dare è di puntare sulle realtà locali. Spesso queste realtà di danno più chance rispetto ai network”.
Da un paio di anni che nel calcio è stata introdotta la VAR. Cosa ne pensi di questa tecnologia in modo particolare? “Sicuramente è uno strumento innovativo, ma penso che vada disciplinato per il verso giusto. Penso che in futuro farei che ogni allenatore possa disporre di una chiamata a partita, in modo che se ci sono dei dubbi possano essere dissipati e non creare le così dette disparità di trattamento”.
Il Napoli di Ancelotti è reduce dal pari interno contro il Chievo Verona. Lo consideri come un’incidente di percorso oppure è un campanello d’allarme? “Io penso che sia solo un’incidente di percorso che in un campionato o una stagione piena di impegni possono capitare. Mi è sembrato che gli azzurri abbiano giocato sotto ritmo contro un avversario messo bene in difesa e quando ti adegui ai loro ritmi, è difficile sbloccare la partita. Mi auguro che ci sia una pronta reazione a cominciare dalla Stella Rossa”.
Domani sera si giocherà il match di Champions League al San Paolo contro la Stella Rossa. Che tipo di gara dovrà fare l’undici di Ancelotti per battere l’undici serbo? “Contro squadre ben messe sul piano fisico, la velocità e la tecnica sono elementi importanti. Il Napoli deve avere sin da subito il pallino del gioco, senza mezze misure. In attacco può risultare importante la fisicità di Milik o in alternativa la fantasia di Mertens. E’ fondamentale l’approccio alla gara, se sarà positivo i tre punti non potranno sfuggire, altrimenti non sarà facile spuntarla”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
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