Dopo ieri sera, lo si può affermare ancora una volta: Ventura aveva torto. Torto marcio. Aveva ragione chi consigliava di insistere con Insigne. E chi, come Mancini, adesso, cerca di imitare Ancelotti. Se con Carlo gioca in attacco e stop, ovvero dove gli piace di più, perché cambiare le cose? D’altronde, Lorenzo lo merita: per la bravura fuori discussione, per la serietà, per come ha assorbito i colpi, trasformandoli in esperienza. Gli accadde quando si sfasciò il ginocchio a Firenze e quando un anno fa rimase tristemente in panchina senza poter dare una mano alla sua Italia. Nel secondo tempo della gara contro il Portogallo, ha fatto una fatica enorme a mettersi in evidenza. Si è piazzato spesso persino alle spalle degli attaccanti, ma l’energia ormai era finita. L’Italia è inciampata in un altro 0-0. Un anno dopo quell’altro 0-0. Allora non ci qualificammo per i mondiali, stavolta per la final four di Nations League. Roba diversa, certo. Ma stavolta, chissà, c’è qualcosa o qualcuno su cui poter costruire.
Il Mattino