Stessa maglia, stesso stadio, in ballo una qualificazione, anche se non è quella al Mondiale. Solo che venerdì non ci sarà De Rossi, l’uomo che in panchina quasi la faceva lui la sostituzione per far entrare in campo Lorenzo Insigne. Oggi (ieri ndr), però, il napoletano non ha più bisogno della raccomandazione di un compagno, perché il posto nel tridente di Mancini se lo è preso da solo. Con i gol, le giocate istintive, gli sprazzi di classe pura. Nulla a che fare con un calcio schematico e preparato. È per questo che Mancini gli ha affidato l’attacco della sua Nazionale e lo ha fatto in maniera incondizionata, anche se i numeri di Lorenzo con la maglia dell’Italia non sono ancora completamente positivi. Adesso Insigne ha l’occasione per invertire la tendenza. Perché c’è da giurare sul fatto che se potesse rigiocare una partita della sua carriera in Nazionale, Lorenzo sceglierebbe quella del 13 novembre del 2017. A dir la verità a lui basterebbe semplicemente giocarla e basta. La sorte gli sta offrendo un’opportunità. Con qualche giorno di ritardo e con un avversario diverso. Italia-Portogallo non varrà un Mondiale, ma per Lorenzo Insigne è già la partita dell’anno.
Il Mattino