Dalle pagine del CdS:
Fedelissimo tra i fedelissimi di questa passione che si chiama Napoli, con la partita numero
Napoli è stata una scelta di vita. Dopo essersi rivelato un fuoriclasse per la semplicità e l’incisività del gioco, Hamsik è diventato un tranquillo napoletano, da che era un tranquillo ragazzo slovacco di Banskà Bystrica. Contentarsi del giusto e del sicuro in un posto dove valgono più i sogni che le pretese, dove molte volte basta ca ce sta ‘o sole, dove ‘a voce de’ creature saglia chianu chianu e tu sai can nun si sule. La città “seconda mamma mia” di Diego che tutti abbraccia e incanta in un grande sogno di bellezza e sentimento, ‘o paraviso ‘nterra, anema e core e core ‘ngrato, funiculì funiculà, malafemmena e bene mio.
Una scelta di vita che ha fatto di Marek una stella fissa nel cielo di Napoli e nel cuore dei napoletani. Nove anni fa, proprio Ancelotti che era al Chelsea l’avrebbe voluto a Londra e Abramovic era disposto a sborsare 40 milioni di euro. Era l’ottobre 2009. Due anni dopo, ci fu un tentativo del Milan, ma Berlusconi (presidente del Consiglio) per acchiappare voti urlò in campagna elettorale a Piazza Plebiscito: «Il Milan non comprerà Hamsik». Tre anni fa, la Juve tentò Marek invano. Pavel Nedved, vicepresidente bianconero, ha rivelato: «C’era quasi l’accordo col Napoli, ma Hamsik decise di non venire da noi. Se fosse arrivato alla Juve avrebbe avuto la possibilità di vincere il Pallone d’oro perché Marek è un campione assoluto». Di recente, una tentazione, la Cina, non ha avuto seguito. Hamsik è rimasto a Napoli, Marekiaro per sempre.
Non un lazzaro felice, come Dieguito, ma uno studentino come ce ne sono a Posillipo, il viso chiaro e leale, per bene, gli occhialini, il garbo e l’educazione come guide perenni e solo quella voce gutturale, dell’Est, a impedirgli di parlare napoletano dolcemente, lui che è dolce nel cuore, e poi la cresta che una volta valse un gol a Bratislava contro lo Slovan, il suo essere un bravo ragazzo, sempre disponibile, mai ombroso neanche quando gli allenatori lo hanno richiamato in panchina tante volte, troppe volte.