La sfida al vertice si fa intrigante, e non solo in campionato. La Champions è alle porte

La sfida al vertice si fa intrigante, e non solo in campionato. La Champions è alle porte non rassicura la Juve perché Allegri ha constatato le pause della sua squadra (come nelle partite con Genoa, Empoli e Cagliari al di là dei 7 punti conquistati) e l’aggressività delle inseguitrici, che nell’ultimo turno hanno segnato 5 gol a testa. Peraltro i bianconeri dovranno giocare tra un mese con i nerazzurri e poi in marzo ci sarà la sfida al San Paolo contro una squadra cresciuta sul piano del gioco e della personalità rispetto alla partita persa in settembre allo Juventus Stadium. L’Italia diventa campo principale della due giorni europea con partite di grande fascino.

Domani Napoli-Paris St. Germain e Inter-Barcellona e mercoledì Juventus-Manchester United. I bianconeri sono a punteggio pieno in un girone facile anche perché lo United, potenziale rivale per il primato, sta vivendo la più negativa stagione degli ultimi anni.

Allegri ha blindato la qualificazione vincendo all’Old Trafford, Mourinho va a caccia di punti per avvicinarsi alla qualificazione e beffare i tifosi juventini che lo hanno preso in giro dopo la vittoria a Manchester. Vicina alla qualificazione anche l’Inter, che ha 6 punti contro i 9 del Barcellona leader nel girone Champions come nella Liga. Spalletti ci ha messo poco a rilanciare la squadra che in campionato con sette vittorie consecutive mantiene il passo del Napoli, rispetto al quale ha un vantaggio fisico dato dalla robustezza dei suoi uomini. Il Psg – chi più ne ha più ne metta, sembra una cassaforte con tanti gioielli e non una squadra costruita secondo logica – arriva a Fuorigrotta per un duello chiave nel girone guidato da Liverpool. Negli ultimi due turni del raggruppamento i Reds dovranno giocare a Parigi e ospitare gli azzurri. La vittoria domani porterebbe la squadra di Ancelotti a 8 e l’avvicinerebbe concretamente alla qualificazione.                   Il Napoli ha spaventato il dream team dello sceicco Al Khelaifi al Parco dei Principi e con lo stesso atteggiamento tattico – pressando forte e difendendo con attenzione, sviluppando quel gioco verticale che aveva messo in crisi la difesa (era assente Thiago Silva, annunciato invece in campo a Napoli) – può conquistare la vittoria negata dalla prodezza di Di Maria. Fautore del turnover, Ancelotti non dovrebbe ritoccare la squadra rispetto alla partita di Parigi. Non c’è ragione considerando lo stato di forma di Mertens e Insigne e il funzionamento della difesa con tre centrali. A centrocampo i rientri di Hamsik e l’irrinunciabile Allan.

Sarà una partita suggestiva per Cavani, che dovrebbe essere accolto come un ex e non come un nemico forse per rimarcare la differenza rispetto al traditore Higuain ma anche per sollecitarne ancor di più l’affetto verso Napoli, dove potrebbe tornare secondo incomprensibili rumors di mercato: se in estate, con lo stesso attuale organico, De Laurentiis aveva con chiarezza escluso questa possibilità (per l’età e lo stipendio del Matador, il cui valore resta indiscutibile), perché dovrebbe riconsiderarla, alterando quegli equilibri in campo e nello spogliatoio a cui presta particolare attenzione?

La coppia da sogno Insigne-Mertens ha una motivazione in più per battere il Psg e Cavani in una delle sfide che illumina tre grandi palcoscenici: Napoli, Milano e Torino campi principali della Champions in una stagione in cui il calcio italiano sta tornando protagonista con squadre a dimensione europea come quelle di Ancelotti, Allegri e Spalletti.

 

Il Mattino

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