Ci sono altri meriti di Ancelotti in questa partita. L’Empoli è una squadra che Carletto conosce meglio di tutti dopo Andreazzoli. Per due motivi, il modulo e la natura dei giocatori. Ieri sera è partito con l’albero di Natale di cui Ancelotti, se non l’inventore, è stato quanto meno il miglior interprete, ma quello che davvero avvicina i toscani all’idea del calcio di Ancelotti è la ricerca della qualità. Il Milan dei numeri 10 giocava con un solo mediano puro, Gattuso, e metteva insieme Pirlo, Seedorf, Kakà e Rui Costa, oltre al centravanti, Inzaghi o Crespo. Con le dovute proporzioni, l’Empoli ieri sera aveva un mediano corridore, Acquah, e quattro centrocampisti tecnici come Bennacer, Traoré, Krunic e Uçan, più Caputo al centro dell’attacco. Il problema, per una squadra siffatta, è l’equilibrio: bene quando ha la palla, molto meno quando la palla ce l’hanno gli altri. Ancelotti lo sapeva bene, così ha vinto la partita, rubando la palla e piegando la gara a suo favore. Fonte: CdS