Almeno adesso la smetteranno con quei pensieri trasversal su Insigne, perché se segni anche al Parco dei Principi, con tanto di cucchiaino, dopo aver spaccato il Liverpool, e se ne hai già fatti sei in campionato, e se in passato pure a Madrid, il «Santiago Bernabeu» con il suo miedo escenico, e prim’ancora la doppietta a san Siro, i gol all’Olimpico nella finale di coppa Italia: basterà, maledizione, per togliere dalla testa della gente, miscredenti che non siete altri, a convincerli che questo è un uomo e, poi ognuno decida come meglio creda, forse anche il calciatore italiano più forte. E prima era discontinuo e poi non aveva carattere e poi spariva nelle partite che contano e poi gli piaceva il tiroaggiro e poi era diventato egoista: gliene ne hanno dette e quando proprio non potevano bisbigliavano tutti assieme, e se sommate trenta o quarantamila sospiri, diviene un impropero fastidioso da sopportare. Fonte: CdS