Kalidou Koulibaly: «So già che piangerò quando andrò via»

“Quando arrivi a Napoli piangi due volte: quando arrivi e quando parti”.

Koulibaly si confessa ai microfini del CdS

“Quando ho firmato la gente diceva che l’Italia è molto razzista. Io volevo rendermi conto da solo, non volevo ascoltare la gente, mi piace vedere le cose con i miei occhi. Tra quello che pensa la gente o quello che dice e quello che è veramente la realtà c’è un mondo di differenza. Il mio portiere di casa, che si chiama Ciro, mi ha detto “Quando arrivi a Napoli piangi due volte: quando arrivi e quando parti”. Io gli ho detto “Non ho pianto quando sono arrivato ma se un giorno dovrò andare via, spero il più tardi possibile, è sicuro che piangerò”. Aveva ragione quando mi ha detto così, io sono molto felice qui. La gente parla a volte male di Napoli e non sa che cosa è Napoli. Quando non la vivi non puoi sapere che cosa è davvero». 

 

Kalidou, se lei dovesse dire ad un bambino cosa è il calcio come glielo direbbe? 
«Il calcio è emozione, soprattutto divertimento, perché senza divertimento penso che non puoi far niente nel calcio. Io voglio soprattutto far divertire i tifosi che vengono a tifare la nostra squadra. Il merito, in fondo, è tutto loro. Io gioco a calcio per questo, per dare emozioni ai tifosi. Quando li vedi felici tu sei molto contento, quando dopo la partita vai a cantare con loro sei molto contento. Penso che un bambino debba avere questa immagine: il calcio è divertimento, deve rimanere e continuare ad essere così. Mio figlio, quando sta a casa, imita i tifosi che cantano l’inno della Champions. Li ha visti in tv seguendo le mie partite. A me viene da ridere, ma sono anche orgoglioso perché lui vede che cosa io sento sul campo. Io, Kalidou Koulibaly, cittadino del mondo e napoletano verace». 

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