Definito anche allenatore al cioccolato dolce e un po’ salato, il professor Carlo Ancelotti nel suo alto ministero eucaristico a Castelvolturno assomma vesuvianamente la forza del noto vulcano napoletano alla dolcezza del comando vocale e strumentale del fantastico gruppo di ragazzi assoldati dal presidente De Laurentiis e tecnicamente ripuliti e lucidati dal noto maestro Maurizio Sarri che molto ci ha fatto sognare e, scetànnome ‘a sti suonne, mme faje chiagnere pe’ te, nella ineliminabile nostalgia partenopea d’‘o passato.
Il Napoli, retrocesso nella griglia di partenza del campionato dal pessimismo della ragione e dallo scetticismo della volontà, rimane, cambiato, rivoltato, adattato, capovolto e rigirato dal professore Ancelotti, surdato ‘nnammurato, il vero antagonista del nervosismo juventino appalesatosi sulle labbra sottili e stirate di messer Allegri nel sabato delle sorprese perché così è il pallone e pecché ‘ndringhete e ‘ndrangheta la vittoria non sempre si fa.
La meraviglia del golfo sentimentale è ora totale, eccitata dal frullatore emiliano, artefice magico del gioco delle ventuno carte quanti sono i calciatori azzurri che questo entra, questo esce, questo si, questo no, quello trase e questo viene come piace a donna Lena. E’ incredibile, e contrario a tutta la fisica del calcio sul movimento rotatorio delle formazioni, il tourbillon del professore Carlo Ancelotti, surdato ‘nnammurato, che ha prodotto il Napoli più eterogeneo, variegato e differenziato del calcio copernicano. Siamo alla rivoluzione di ottobre.
E’ il Napoli mille culure e addore ‘e mare del professore Ancelotti che a Napoli sta da dio e ne sa una più del diavolo. E’ il Napoli di De Laurentiis che tutti devono giocare. E’ il Napoli che non fa la corsa sulla Juventus, né la corsa nei sacchi, a prescindere da Arrigo, né la corsa corsara, ma sta stabilmente al secondo posto e muove sentimenti di meraviglia perché, dopo il Napoli di Sarri, nessuno pensava che si potesse fare meglio, o fare diverso, o fare e disfare. E, invece, ecco il prodigio un po’ futurista, un po’ picassiano, del professore Ancelotti, surdato ‘nnammurato per volontà di San Gennaro e della nazione partenopea. Fonte (Mimmo Carratelli) CdS