Mauro German Camoranesi, il simbolo di una Juventus vincente ed un cerchio di compagni di squadra, sotto il cielo di Berlino, in una calda notte di luglio che gli tagliano i capelli. Era l’Italia Campione del Mondo 2006. Oggi il calcio lo segue per Dazn e domani sarà anche uno dei tanti ospiti che commenteranno la gara del Napoli a Udine.
Che Napoli ha visto fino ad oggi? «Una squadra in linea con quanto fatto negli ultimi anni per quanto riguarda l’atteggiamento in campo, cioè una squadra disposta ad imporre il proprio gioco indipendentemente da chi si trova di fronte. In più, buon palleggio, buona dinamica di gioco e aggressiva nel riconquistare palla. Nelle prime quattro giornate, a causa di alcune difficoltà difensive, si è ritrovata a rimontare contro Lazio e Milan, dimostrando anche grande carattere».
Che tipo di evoluzione ha notato dall’inizio della stagione a oggi? «Direi l’inserimento di giocatori freschi per ruotare i soliti titolari, per affrontare i doppi impegni tra campionato e Champions, ma anche il cambio di schema in alcune partite: una cosa che non avveniva regolarmente nella gestione precedente».
È il Napoli l’unica anti-Juve? «Nel campionato italiano in questo momento sembra non ci sia ancora l’anti-Juve. L’unica l’anti-Juventus semmai è la Juventus stessa. Ma il campionato è lungo siamo solo all’inizio».
Sorpreso dal ritorno in serie A di Ancelotti? «È una cosa che ha fatto benissimo al campionato italiano per tutto quello che rappresenta il mister e tutti i suoi successi raccolti in Italia e all’estero. In più, il fatto di essere approdato in una squadra ché stata protagonista negli ultimi anni contribuisce a far crescere nel pubblico l’appeal della serie A».
Che tipo di allenatore è? «Non ho avuto la fortuna di esser allenato da lui ma quando sono arrivato alla Juventus i giocatori allenati da lui l’anno prima parlavano molto bene della sua gestione: questo fa capire che è una persona speciale».
Si può dire che Callejon sia un po’ un giocatore alla Camoranesi? «Per la posizione in campo direi di sì. Callejon però è un giocatore moderno che in quel ruolo sente di più la fase offensiva e il gol rispetto alla fase di costruzione del gioco a centrocampo».
Dopo la vittoria col Liverpool che cammino si aspetta in Champions per il Napoli? «Quel successo è stato importantissimo, ma c’è tanta strada ancora da percorrere. E il Napoli deve gestire le forze per le due competizioni, se vuole ambire al successo. Non sarà certo semplice».
Che sensazione le ha fatto l’arrivo di Ronaldo nel nostro campionato? «È il giocatore più significativo degli ultimi 15 anni, dopo la partenza di Zidane e Ronaldo il fenomeno. È colui che ha riacceso l’interesse nel nostro campionato a livello mondiale, dopo anni di bassa qualità. Il suo arrivo ha dato una spinta a tutto il sistema».
Sabato c’è Udinese-Napoli: quali sono i pericoli maggiori per la squadra di Ancelotti? «Sulla carta il Napoli è superiore all’Udinese, soprattutto se quest’ultima prova a giocare la partita a viso aperto. Guardando le prime partite del campionato, il Napoli è stato messo in difficoltà dalle squadre dinamiche e aggressive (Lazio, Milan, Sampdoria); ciò nonostante ritengo la squadra di Ancelotti la grande favorita».
Capitolo Nazionale: le piace la nuova Italia di Mancini? «Sì, mi piace. Ho visto volti nuovi, con voglia di lottare, di emergere e con fame sportiva. È un cammino nuovo e non semplice. È in fase di costruzione e dovrà in poco tempo superare tante difficoltà. La vittoria contro la Polonia dà fiducia».
Che ne pensa del tridente dei piccoletti con Insigne falso nove? «Penso che possa funzionare perché parliamo di giocatori con buona tecnica. Sono curioso».
Fonte: Il Mattino