Il legame con Napoli è già indissolubile, Carlo Ancelotti ne parla da allenatore rimpatriato dopo nove anni. «È una bella famiglia, ci sono tutte le condizioni per lavorare bene. Vivo in una città bellissima e lavoro in un club che ha molta voglia di crescere». Il feeling ha impiegato poco per sbocciare, Ancelotti vuole dare continuità al ciclo iniziato da Sarri e ha già intrapreso la strada giusta. Così l’appuntamento di Trento con il “Festival dello Sport” serve a cementare anche a parole il rapporto con Napoli: sul palco lo affiancano altri due totem della panchina come Arrigo Sacchi e Pep Guardiola. Ancelotti non può che aver portato ulteriori ambizioni a Napoli. «Ci sono giocatori giovani, ma con esperienze già importanti».
Queste zone sono familiari ai tifosi del Napoli: a un’oretta di strada da qui c’è Dimaro, il paesino che segna sempre la genesi delle stagioni di questa squadra. «In Champions League abbiamo un girone durissimo», osserva ancora Ancelotti, che per sua ammissione non usa la “frusta” perché bisogna sempre essere sé stessi, in linea con il proprio carattere. «Ma ben indirizzato dopo la vittoria contro il Liverpool. Adesso c’è un ostacolo importante come il Paris Saint Germain. Vedo un torneo più equilibrato, il calcio italiano resta competitivo». Insigne ha quindi tenuto in corsa il Napoli in una notte da palpitazioni al San Paolo, segnando al Liverpool. «È nella fase di maggiore responsabilità al servizio della squadra: Insigne ha talento e sta esprimendo le proprie qualità».
La stilettata che Ancelotti, giocando di sponda con Guardiola, riserva alla cultura sportiva del tifo in Italia è decisa. «Pep, spiega un po’ la differenza che c’è con l’Inghilterra…», dice rivolgendosi alla propria destra. «Io, in due anni a Londra, non ho mai ricevuto un insulto girando per la strada. L’ambiente da noi è diverso, lo dico avendo allenato anche in Germania, Spagna e Francia. Noi siamo rimasti indietro nel vivere la rivalità, spesso maleducazione e ignoranza prendono il sopravvento». Riferimento neanche tropo velato all’ultimo Juventus-Napoli, dove l’accoglienza ad Ancelotti è stata pessima. Lasciando il palco, immancabile una battuta sul Var. «Quando lo introdurranno anche in Champions League, sarà sempre troppo tardi…». Fonte: CdS