Dall’intervista rilasciata aIl Mattino (Qui per la versione integrale)
Garella, predecessore di Galli in maglia azzurra, che invece usava meno le mani rispetto alle gambe. «Era una questione di fisico. Garella aveva una corporatura robusta, ve lo ricordate? Faceva fatica ad andare giù e quindi colmava la lacuna affidandosi all’istinto».
La stessa cosa che deve aver pensato e fatto Ospina domenica sera contro il Sassuolo? Galli, ha una sua spiegazione?
«Ho visto la partita e analizzato i suoi interventi. Ospina è stato abile nell’anticipare la parata, ha immaginato che l’attaccante potesse tirare da un lato e con i piedi ha coperto quell’altro. Se fate attenzione alla prima respinta, quella su Djuricic, l’attaccante del Sassuolo gli tira il pallone quasi addosso».
Come si riesce a parare con i piedi? Questione di abilità o di istinto?
«Fondamentalmente quel genere di parate è dettato dall’istinto, non esiste un’abilità particolare che privilegi i piedi più delle mani».
Quindi non esiste una maniera specifica di allenarsi?
«Assolutamente no. Il portiere è come l’attaccante: l’uno si allena per evitare una rete, l’altro invece per realizzarla. A una punta può capitare di fare gol con la spalla ma non per questo durante la settimana lavora per segnare di spalla. Stesso discorso per il portiere: come potrebbe allenarsi tenendo le mani legate? Piuttosto c’è da dire che i preparatori di oggi hanno affinato certe tecniche di allenamento, per cui l’istinto di affidarsi ai piedi deve far parte del bagaglio tecnico di un bravo numero uno».