La decima squadra diversa dalle precedenti è la figlia di un’idea nuova, alternativa, che fonde quella filosofia accumulata nell’infinito girovagare sui campi di mezz’Europa d’un allenatore senza paure: il turn-over è sacro, per non rischiare di affogare alla distanza in se stesso, per rinnovarsi, per motivarli tutti e non creare barriere gerarchiche insormontabili. Il resto l’ha fatto il sistema, la ricerca di modificare qualcosa o parecchio, di andare a sollecitare nuove emozioni tattiche per non fossilizzarsi: con il Sassuolo, riappare la difesa sistematicamente a quattro, con due esterni di fascia che spingono (e saranno Malcuit da una parte e Hysaj dall’altra) e restituiscono concetti-base. Ma poi si rimane dentro al Napoli in maniera pressoché eguale, nonostante siano diversi gli interpreti, perché a centrocampo ne succedono e quante, in una specie di all in da far tremare il tappeto verde. Fonte: CdS