È il doppio ex per eccellenza. Juventus-Napoli è la partita di Ciro Ferrara, napoletano che ha giocato prima in azzurro compagno anche di Diego Armando Maradona e poi in bianconero, trovando sulla sua strada anche Carlo Ancelotti come allenatore.
Cosa si aspetta dal big match di domani pomeriggio?
«È sempre la partita dell’anno, anche se capita a inizio stagione. Napoli e Juve sono sicuramente le due squadre che si giocheranno il titolo fino alla fine. E se pure una delle due dovesse perdere, c’è tempo per recuperare».
Pensa che il Napoli possa essere psicologicamente avvantaggiato dal successo della passata stagione?
«È giusto dimenticare il passato. La storia parla di due squadre diverse negli uomini e nella tattica. Il Napoli non deve fare l’errore di pensare alla partita dell’anno scorso, e la Juve in virtù di quella sconfitta avrà ancora più rispetto degli azzurri».
E poi quest’anno sulla panchina del Napoli c’è Carlo Ancelotti: cosa è cambiato?
«È quasi sorprendente il suo approccio. Non era una cosa automatica che una squadra che ha fatto 91 punti e cambia allenatore e metodologie, potesse invece immediatamente rispondere in un modo tanto efficace».
Si spieghi.
«Mi sembra che Carlo abbia trovato la situazione tattica e il sistema di gioco che necessariamente andavano trovati dopo la partenza di un giocatore importantissimo come Jorginho. Ha capito che doveva cambiare qualcosa e questo gli allenatori bravi come Carlo se ne capiscono subito. Ha rischiato e i fatti gli stanno dando ragione».
Ora che Napoli vede?
«Una squadra che attraversa un’ottima condizione sia fisica che mentale. Un Napoli in cui tutti i giocatori si sentono parte del progetto e questa è la grande novità rispetto al passato. L’inizio di stagione è promettente».
E la Juve?
«L’ho vista bene contro un Bologna che aveva fatto male alla Roma. I risultati dei turni infrasettimanali sono sempre da prendere con le molle perché tutti hanno cambiato tanto e le squadre piccole sono meno abituate a giocare una partita ogni tre giorni, ma i bianconeri hanno fatto una grande prova. Pochi dubbi: sono sempre loro la squadra da battere».
Perché?
«Hanno qualcosa in più e poi hanno aggiunto Ronaldo, Cancelo, Can e tanti giocatori di livello internazionale. La Juve ha tutti i favori del pronostico. Ma poi in una partita singola può succedere di tutto».
Si aspettava un inizio tanto forte di Insigne?
«Così come è stato per Mertens quando Sarri lo ha inventato falso nove, il cambio di ruolo ha fatto bene. Lorenzo ha sempre fatto l’esterno, ora gioca più vicino alla porta e si diverte. Riceve e gioca molti più palloni e tira di più. È un ragazzo intelligente e si sacrifica, dal punto di vista tattico è perfetto. Con me in Under 21 giocava esterno nel 4-4-2, con Zeman e con Sarri si è specializzato nel 4-3-3, ora sta diventando un attaccante».
Quindi a Torino ci sarà lui più uno tra Milik o Mertens?
«Milik si sta dimostrato un giocatore importante. Ancelotti sta dando spazio a tutti ma personalmente credo che domani giocheranno i due piccoletti».
Lei è stato allenato da Ancelotti ai tempi della Juve: che rapporto avevate?
«Pur vivendo un momento difficile della mia carriera perché venivo da un infortunio, mi ha sempre dimostrato stima professionale, anche quando non mi schierava. Abbiamo un rapporto che è andato oltre, ora potrei parlare di stima e amicizia. Quando è arrivato a Napoli gli ho detto: Sono a disposizione per qualunque cosa, ma aveva già chi lo accudiva».
Fonte: Il Mattino