E’ già Juventus-Napoli, lo è diventata presto, immediatamente, dopo quattro minuti e poi definitivamente dopo meno di un’ora, quando Insigne e Milik hanno sistemato la ceralacca di un intermezzo di un’ora e mezza con il Parma.
Il Napoli è altro rispetto a Torino, ha nove (9) facce nuove, ha Malcuit per la prima volta in campo, ha Fabian Ruiz per la prima volta al San Paolo, ha una corsia di destra totalmente da scoprire ma ha quella bulimica voglia di divorare la partita che la trasforma in monologo per 45 minuti in cui ci sono il 69% di possesso palla, il gol di Insigne, il palo di uno scugnizzo assatanato e 16 tiri complessivi. Al Parma restano tutte le briciole, una sofferenza continua, perché non c’è verso di intuire cosa faccia Fabian Ruiz e cosa Zielinski, esterni che se ne vanno a spasso dentro al campo, né come costruisca il sollecito Diawara, né quando e quanto affondino ora Malcuit e ora Mario Rui, indisturbati padroni delle fasce. Il Napoli è ampiezza, è palleggio, è senso agonistico (in Diawara) e comunque è al di là del Parma di tanto e si resta sempre a ridosso dell’area di rigore emiliana, aspettando che accada qualcosa. Fonte: CdS