Tre minuti e Lorenzo Insigne sbatte quasi da fermo il pallone sotto l’incrocio, approfittando del rimpallo tra Moretti e Nkoulou, come se il giocattolo fosse di gomma e Toro-Napoli una partitella da spiaggia, visto anche il caldo. L’atteggiamento tattico di Ancelotti paralizza i granata: li annichilisce sostanzialmente. E il gol è un veleno che interrompe ogni circuito mentale, isolando i corpi dai cervelli dei padroni di casa. Il procedere della sfida chiarisce che il dominio azzurro prescinde dalla paralisi del Torino, perché l’impressione è che tra le due squadre ci sia un autentico abisso. Tattico, oltre che nelle individualità. Mazzarri non riesce a venirne a capo di questa strana creatura che si ritrova tra le mani. Il Napoli approfitta della superiorità senza avere pietà: l’impatto sulla gara è gigantesco, stavolta. Un po’ come a Belgrado, trovando però la via del gol. Quando decide di voler sbranare questi agnellini pallidi non si fa alcuna remora. Sfiora almeno altre tre volte il secondo gol in maniera rocambolesca. Finché non arriva quando la squadra di Mazzarri spalanca il prato offrendosi alla ripartenza azzurra: il passaggio di Mertens a Verdi è come un fiore donato a una donna, insieme a una morbida carezza. 2-0 al 20′. Fonte: Il Mattino